Le Nostre Guide
Joaquim Antunes
Juan Carlos Perez Godoy
«Dal vostro sì o dal vostro no dipende la felicità di molti».
È cresciuto negli ambienti salesiani, ha fatto quasi
tutta la sua formazione scolastica a Utrera, la prima casa salesiana in Spagna. È stato responsabile della Pastorale Giovanile,
della Famiglia Salesiana e poi Ispettore
e presidente della Federazione
delle scuole cattoliche di Spagna.
È il nuovo Consigliere del Rettor Maggiore per la Regione Mediterranea.
Lei è l’attuale Consigliere
per la Regione Mediterranea,
che comprende Portogallo, Spagna, Italia e Medio Oriente. È una missione chiaramente impegnativa.
Sì, lo è. Prima di tutto perché è una novità per me. È una fase diversa. E in secondo luogo, a causa delle sfide che la nostra regione mediterranea presenta. È una regione giovane e dobbiamo continuare a lavorare per il suo consolidamento percorrendo la strada della sinergia delle forze e della condivisione di progetti ed esperienze nella realizzazione della missione salesiana. Ma è anche una regione che deve continuare ad affrontare la sfida vocazionale, cioè la fedeltà creativa e dinamica al dono delle vocazioni da una parte e, dall’altra, la fecondità vocazionale, che sarà il frutto della nostra Pastorale Giovanile che aiuta i giovani a scoprire e realizzare il Progetto di Vita a cui Dio li chiama.
Che tipo di giovane è stato?
Sono nato a Burguillos (Siviglia). Sono il maggiore di sei fratelli, tre ragazzi e tre ragazze. Mio padre era portalettere e mia madre casalinga. Una famiglia semplice, felice e molto unita. I miei genitori ci hanno insegnato ad essere sempre rispettosi, ad aiutarci gli uni gli altri. Ci hanno inculcato i valori cristiani e l’amore per la Madonna del Rosario. Ho frequentato la scuola primaria del mio villaggio, e gli studi secondari dai salesiani di Utrera, la prima casa salesiana in Spagna.
Che cosa l’ha spinta a diventare salesiano?
Non conoscevo i salesiani. Grazie ad una borsa di studio, sono andato a studiare dai Salesiani di Utrera all’età di 10 anni. Sono stato lì per sette anni. La prima cosa che ha attirato la mia attenzione sono stati proprio i salesiani. Li ho visti diversi, erano religiosi speciali, allegri, vicini, si preoccupavano per noi, giocavano con noi e allo stesso tempo erano esigenti. Poi ho conosciuto la vita di Don Bosco e ho capito perché i salesiani erano così. In principio mi attiravano gli aneddoti, i fatti meravigliosi, poi ho cominciato a capire un po’ di più la sua attualità spirituale così semplice, la sua opera diffusa in tutto il mondo, ma soprattutto il senso della festa e della gioia. Ci dicevano che la santità è essere sempre gioiosi. Quando è arrivato il momento di decidere del mio futuro, ho sentito nel mio intimo l’inquietudine della chiamata ad essere salesiano. In un ritiro mi ha colpito questa frase: “Dal tuo sì o dal tuo no dipende la felicità di molti”. E ho deciso di dire sì al Signore.
Fu chiamato presto a ricoprire incarichi importanti nelle Ispettorie Salesiane di Spagna.
Quella che ha segnato la mia vita di salesiano è stata quella di Delegato Ispettoriale per la Pastorale Giovanile. La prima volta avevo solo un anno di sacerdozio. Sono stato Delegato della Famiglia Salesiana per due anni e poi Ispettore due volte, prima dalla Ispettoria di Siviglia quando c’erano sette ispettorie in Spagna e poi della Ispettoria di Madrid, dopo la ristrutturazione delle Ispettorie in Spagna. Sono stato anche per cinque anni il direttore della Casa di Cadice, un’esperienza indimenticabile.
Gli anni da 1950 al 1990 hanno visto un meraviglioso sviluppo dei salesiani in Spagna.
Sì, decisamente sì. Una grande generazione di salesiani che ha dato vita a tante iniziative a favore dei giovani, soprattutto i più poveri. Merita un vero e proprio tributo. Questi sono quelli che oggi hanno 80 e 90 anni. Oggi, dobbiamo imparare dalla loro grande generosità, dalla grande abnegazione, il grande spirito di sacrificio per amore di don Bosco e dei ragazzi. Tutto questo ha provocato una grande fioritura vocazionale.
Oggi la situazione è diversa.
Come vede il futuro?
Oggi, la società è cambiata, la Chiesa è cambiata, la Congregazione è cambiata, come i giovani, le loro famiglie, la cultura dominante. E noi siamo diminuiti, ma, ha detto papa Francesco, “Il salesiano del XXI secolo non deve essere pessimista, né ottimista, ma un uomo di speranza”. Ci sono anche segni di speranza nel ritorno della Congregazione ai più poveri, nel numero di laici impegnati con cui condividiamo la vocazione salesiana, nelle tante famiglie e giovani che vibrano con don Bosco, nella fioritura della Famiglia Salesiana… Il futuro è un’incognita.
I laici sono un sostituto o una parte integrante del carisma del Fondatore?
Non si può tornare indietro. E non principalmente perché è una realtà che si impone, ma perché è una questione di fedeltà carismatica, di fedeltà a don Bosco. Sappiamo bene che fin dall’inizio della sua missione a Valdocco don Bosco ha avuto molti laici, amici e collaboratori come parte della sua missione tra i ragazzi. Nonostante qualche resistenza, questa è una strada senza ritorno, perché il modello operativo della missione condivisa con i laici è come lo ha proposto il Capitolo Generale 24 “l’unico valido e praticabile nelle condizioni attuali”. Dobbiamo riconoscere che la missione condivisa tra salesiani e laici è il nostro modello di essere e vivere la Chiesa con i giovani.
Il CG28 ha tracciato orientamenti
per l’effettivo inserimento dei laici nella missione?
Sì, il CG28, nella riflessione post-capitolare, offre su questo punto un orientamento molto preciso per tutta la Congregazione. Da un lato, ci chiede di assumere con decisione che la missione condivisa tra consacrati e laici è il modo di essere Chiesa che più attrae i giovani. D’altra parte, ci invita a garantire spazi e tempi di formazione e comunicazione di vita congiunta tra consacrati e laici, per condividere la passione educativo-pastorale, l’impegno nella Comunità Educativa e la promozione del territorio.
Nei paesi della sua Regione è in atto una scristianizzazione strisciante. Che cosa proponete?
Certamente il processo di secolarizzazione è molto avanzato in Spagna e Italia. Purtroppo, in alcune zone si è raggiunto il vero laicismo e l’indifferenza religiosa. Questo colpisce, ovviamente, in modo particolare i giovani. La Famiglia Salesiana è consapevole di questa realtà e cerca di organizzarsi, non senza difficoltà, per affrontare questa sfida che va alla radice dell’evangelizzazione, del primo annuncio. Questo è uno dei punti chiave del nostro programma come Regione.
Non pensa che i salesiani abbiano molte strutture e pochi “annunci”?
Questo è il grande pericolo. E dobbiamo essere vigili. Non possiamo rimanere in manutenzione di grandi strutture. Per questo tutte le Ispettorie, seguendo gli orientamenti degli ultimi Capitoli Generali, sono coinvolte in processi di “ridisegno” delle opere e delle comunità per rispondere alla sfida di annunciare il Vangelo, la buona notizia di Gesù, ai giovani, ai più poveri e a coloro che sono a rischio di esclusione.
Non si perde tempo in troppi convegni e riunioni?
Il Vangelo si può annunciare solo lasciandosi evangelizzare. Abbiamo bisogno di essere convertiti. Questo non viene fatto per inerzia. Abbiamo bisogno di incoraggiamento per motivarci. È a questo che servono le riunioni e i convegni.
Molti giovani implorano: “Avete
i nostri cuori. Non dimenticateci mai”. Stiamo dimenticando?
Questo è stato il grande “grido” dei giovani nella preparazione della CG28 e di quelli che erano presenti nel Capitolo. Incombe su di noi il grande pericolo di dimenticare, di chiuderci nei nostri saloni comunitari o nei nostri uffici e di trascurare la presenza fisica in mezzo ai giovani. Tutti possiamo correre questo pericolo. Ne sono convinto. Ognuno in modi diversi. È così importante che il nostro Rettor Maggiore lo ha indicato come uno dei punti forti della sua lettera programmatica. Lo chiama “il sacramento salesiano”.
regione mediterranea – un ritratto in numeri
La Regione del Mediterraneo è stata creata nel 2015. Comprende 10 ispettorie: Circoscrizione Speciale Italia Centrale, Circoscrizione Speciale Italia Piemonte-Valle D’Aosta, Italia Lombardo-Emiliana, Italia Meridionale, Italia Nord-Est, Italia Sicilia, Medio Oriente, Spagna e Portogallo.
Riguarda sette nazioni: Italia, Spagna, Portogallo, Israele, Palestina, Siria, Libano ed Egitto. Ne fanno parte anche altri paesi (Svizzera, Lituania, Albania, Kosovo, Moldavia, Romania, Tunisia e Capo Verde). In totale sono 343 presenze salesiane.
I Salesiani nella Regione sono 2.829.
Rispetto al 2014, c’è stata una diminuzione di 384 salesiani. L’età media dei salesiani nella regione mediterranea è di 66 anni (6%: – 30 anni; 17,4%: 31-50 anni; 24,8%: 51-70 anni; 51,8%: + 71 anni).