FMA
PETRA SLIVNJEK, PROCURA MISSIONARIA DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE (DA DON BOSCO MAGAZIN)
Una scuola d'infanzia nello Slum
In una delle baraccopoli più grandi del Myanmar, a Hlaing Thar Yar, nel loro centro “San Giovanni Bosco” le Figlie di Maria Ausiliatrice, oltre a prestare la loro assistenza alla prima infanzia, offrono anche un sostegno familiare completo, insegnando corrette pratiche di igiene, i requisiti di una dieta equilibrata e valori etici e religiosi.
A Ma Sa Bae Oo, una bambina di cinque anni, piace andare nella scuola d’infanzia. Tutte le mattine la piccola esce con orgoglio dalla capanna dei nonni per recarsi nell’edificio grande e solido della “Don Bosco Children’s Home”, la Casa dei Bambini Don Bosco. La strada che conduce alla scuola d’infanzia è costeggiata da povere abitazioni costruite con bambù, legno e teli di plastica. Molte poggiano su palafitte e sotto di esse si raccoglie acqua sporca. Ma Sa Bae Oo vive con i nonni in una di queste capanne. La sua mamma ha lasciato la bambina e suo padre per andare a vivere con un altro uomo; allora la bambina aveva solo tre anni. Anche suo padre ha una nuova partner e si preoccupa poco di sua figlia. I nonni pensano dunque alle sue necessità, ma sono molto anziani e possono occuparsene solo in misura limitata. La loro famiglia si trova in una situazione di grave indigenza e per la bambina la scuola d’infanzia è una piccola oasi spensierata.
La storia di Ma Sa Bae Oo è simile a quella di altri bambini assistiti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Hlaing Thar Yar, una delle baraccopoli più grandi del Myanmar: la maggior parte dei piccoli che frequentano la “Casa dei bambini Don Bosco” del centro “San Giovanni Bosco” vive in circostanze simili.
Moltissime persone che vivono in Myanmar si trovano in condizione di povertà. Dopo decenni di dittatura militare, il piccolo stato si sta abituando lentamente alla nuova situazione, caratterizzata da maggiore apertura. Il governo non difende ancora in modo efficace i diritti umani e non garantisce il rispetto dell’ambiente e la tutela dei lavoratori. La maggior parte della forza lavoro ha basso reddito, un livello di istruzione molto limitato e quindi minime possibilità di acquisire un’ulteriore formazione professionale. Molti lavoratori del Myanmar sono impegnati nell’industria dell’abbigliamento in condizioni disumane e di grande sfruttamento. I loro stipendi sono estremamente bassi. Per provvedere alle necessità di base della vita sono spesso costretti a svolgere molto lavoro straordinario.
Nel 2016 le Figlie di Maria Ausiliatrice aprirono una comunità in una tra le baraccopoli più grandi del Myanmar per aiutare da vicino le persone che vi abitavano.
La desolazione dopo il ciclone
In aggiunta a tutto questo, nel 2008 il ciclone Nargis ha devastato il Paese e moltissime persone sono fuggite dai loro villaggi distrutti verso l’area metropolitana di Rangoon, che conta quattro milioni di abitanti. Hlaing Thar Yar, un sobborgo di 700.000 abitanti nella periferia a ovest di Rangoon, è uno dei centri che hanno sofferto in misura maggiore della devastazione determinata dall’evento distruttivo e dell’afflusso di rifugiati. Oggi è sede di una tra le baraccopoli più vaste del Myanmar.
Nel 2016 le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno stabilito una comunità in questa povera baraccopoli per aiutare direttamente le persone che abitano qui, soprattutto i bambini, i giovani e le donne. Cinque suore si prendono cura di 80-100 bambini in età prescolare.
Inoltre, oltre 100 alunni vengono qui al pomeriggio e ricevono, tra l’altro, un sostegno scolastico. Circa settanta bambini seguono anche un cammino di conoscenza della religione cristiana e alcuni giovani sono aiutati nella ricerca di un percorso di formazione. Il sabato circa 150 bambini trascorrono il tempo libero al centro “San Giovanni Bosco”. Le Figlie di Maria Ausiliatrice visitano inoltre regolarmente le famiglie appartenenti alla parrocchia e si prendono cura di loro. «Per noi è importante trasmettere alle persone che vivono qui l’importanza di acquisire corrette abitudini in tema di igiene», spiega Suor Veronica Nwe Ni Moe, responsabile della comunità e del centro. Qui l’igiene personale e il corretto smaltimento dei rifiuti sono particolarmente importanti. Dato che non esiste un sistema fognario adeguato, nella stagione delle piogge l’intera area è completamente allagata. Nell’acqua sporca si trovano germi, zanzare, serpenti e topi.
Spesso i bambini sono affidati ai nonni
«La maggior parte dei lavoratori non guadagna più di dieci dollari la settimana. Vendono verdure e snack, lavano gli indumenti di altre persone o lavorano in fabbriche di articoli di abbigliamento. I genitori di più della metà dei bambini e dei ragazzi ai quali ci dedichiamo non possono permettersi di pagare le rette scolastiche, che ammontano a sei dollari statunitensi al mese. Non possono neppure acquistare il materiale scolastico necessario o pagare i pasti della mensa scolastica», spiega Suor Veronica. «L’affitto di una stanza costa 20 dollari e una stanza accessibile con questa somma ha una superficie di soli nove metri quadrati e può ospitare da cinque a dieci persone. Chi non può permettersi l’affitto costruisce dunque una piccola capanna con teli di plastica impermeabili e vive per strada».
È questa la situazione di Ma Sa Bae Oo e dei suoi nonni. E di Mg Toe Moe Aung, un bambino di quattro anni che fa parte del nutrito gruppo di cui le Figlie di Maria Ausiliatrice si prendono cura. «Se sarà possibile, frequenterà la nostra scuola d’infanzia fino al prossimo anno e poi comincerà il percorso della scuola elementare», dice Suor Veronica. Anche il suo fratello maggiore, che ha appena compiuto sette anni, riceve un sostegno nel centro delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Anche questi due fratelli sono stati semplicemente lasciati ai nonni, poiché entrambi i genitori hanno avviato nuove relazioni sentimentali.
«Facciamo del nostro meglio anche in questa situazione di crisi.
Grazie alle donazioni che provengono dalla Germania e dall’Austria riusciamo a fornire generi alimentari alle persone che vivono qui»
Suor Veronica, responsabile del centro
La loro situazione è precaria: il nonno vende carne di maiale per guadagnare da vivere per la famiglia. A causa della sua età è però diventato fragile e non può andare a lavorare tutti i giorni. Per questo manca loro anche l’essenziale: la piccola capanna in cui tutti loro vivono sta quasi cadendo a pezzi. Per le condizioni in cui vivono e a causa della malnutrizione, entrambi i bambini sono molto malati.
Il coronavirus rende ancora più difficile la vita
E a tutto questo si è aggiunta la pandemia di coronavirus, i cui effetti colpiscono in particolare la fascia più povera della popolazione: a causa delle precarie condizioni igieniche che vi regnano, il rischio di contagio nelle baraccopoli è estremamente elevato. Inoltre per le restrizioni imposte a seguito della diffusione del coronavirus molte persone non stanno lavorando e quindi non dispongono di entrate che permettano loro di fare la spesa ogni giorno.
«Le famiglie non hanno da mangiare», dice semplicemente Suor Veronica. E aggiunge: «Anche in questa situazione di crisi stiamo facendo del nostro meglio per aiutare le persone che vivono qui e per stare loro accanto. Grazie alle donazioni che provengono dalla Germania e dall’Austria riusciamo a fornire generi alimentari alle persone che vivono qui».
Le suore offrono agli abitanti della baraccopoli riso, olio, cipolle, uova, tonno in scatola, pasta, peperoncino in polvere, caffè e bevande nutrienti. Cerchiamo di trovare un equilibrio tra una rispettosa distanza e la sollecita vicinanza. Gli interessati vengono nel nostro centro secondo un programma prestabilito per raccogliere le scorte di cibo. Le Figlie di Maria Ausiliatrice cercano di dedicare a ognuno tutto il tempo necessario per affrontare timori e preoccupazioni.
In particolare le suore riscontrano sempre che la loro scuola d’infanzia è una grande benedizione per le famiglie: qui i bambini possono giocare, studiare ed essere semplicemente se stessi. Molti di loro ci vanno volentieri, come Ma Sa Bae Oo. Anche molti genitori e nonni ritengono che il centro sia prezioso, perché sanno che i loro bambini sono in buone mani durante il giorno, quando devono lavorare. «Per i genitori è molto difficile veder crescere i loro bambini in condizioni così precarie», dice Suor Veronica. «Siamo fermamente convinte che un’opera educativa completa, offerta con amorevole pazienza e fornendo l’opportuno sostegno, sia la chiave per migliorare la vita di questi poveri bambini. E anche se spesso incontriamo difficoltà, non perdiamo la speranza.
INFORMAZIONI
Il centro San Giovanni Bosco di Hlaing Thar Yar, a ovest della metropoli di Rangoon, è stato fondato nel 2016. Comprende una scuola materna e un doposcuola. Le suore si prendono cura di circa 100 bambini in età prescolare. Nel pomeriggio oltre 100 allievi hanno l’opportunità di essere accolti al centro, dove tra l’altro ricevono un sostegno scolastico. Attualmente cinque suore lavorano instancabilmente qui. In Myanmar le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno cinque presenze, in cui lavorano e vivono ventisette suore.