BS Maggio
2023

IL TEMPO DELLO SPIRITO

CARMEN LAVAL

Una mamma come Margherita

La grande Opera Salesiana è stata cullata sulle ginocchia di Mamma Margherita.
Se esiste la santità delle estasi e delle visioni, esiste anche quella delle pentole da pulire, delle calze da rammendare, dei ragazzi da tirare su con polenta e amore. Mamma Margherita fu una santa così.

Il primo ricordo di don Bosco è la mano di sua madre. Giovannino aveva solo due anni e non voleva uscire dalla stanza dove era spirato il papa. Racconta lui stesso: «“Povero figlio” disse mia madre, “vieni con me, tu non hai più padre”. Ciò detto, irruppe in forte pianto, mi prese per mano e mi trasse altrove, mentre io piangeva perché ella piangeva». La mano di Margherita, che pure è straziata dal dolore e dall’apprensione per il futuro, è dolce e ferma: non lascerà mai i suoi figli.

È il suo primo importante messaggio: «Possiamo essere colpiti, ma andiamo avanti e qualunque cosa capiti tu puoi contare su di me». Margherita aveva allora ventinove anni; Giovannino due, Giuseppe quattro, Antonio quattordici. Per Antonio, Margherita è solo la «matrigna». Per di più Antonio è un adolescente grezzo, buon lavoratore, ma cocciuto e geloso.

In tutto questo Margherita è una mamma molto «moderna»: la responsabilità della famiglia è tutta sulle sue spalle. La classica battuta sulle madri oggi dovrebbe suonare così: «La mamma è sola!». Oggi, le mamme sono sole in molti modi. Perché hanno un doppio lavoro, fuori e in casa, o perché sono separate con i figli a carico o perché, nella maggioranza dei casi sono lasciate sole nel compito di educazione dei figli. «Mio marito di queste cose non si interessa» dicono, quasi a giustificare una distrazione che è in realtà una colpa grave.

Mamma Margherita è prima di tutto presente. Il suo è un amore totale ed effettivo, fatto di poche parole, molte azioni, un esempio continuo, una donazione assoluta. È una contadina analfabeta, ma ricca di infinita saggezza e di raro equilibrio. Tutti sono concordi nel sottolineare il ruolo determinante di Mamma Margherita nella formazione di Giovanni Bosco. I suoi furono insegnamenti semplici ma grandissimi.

Per esempio:

Decisione e coraggio sono i primi ingredienti per riuscire. Nessuno vide mai don Bosco «scoraggiato». E neanche sua madre.

In famiglia tutti devono dare una mano. Mamma Margherita abituò ben presto i figli a lavorare in casa e in campagna. Giovanni dovette ingegnarsi per pagare gli studi: imparò a fare il sarto, il falegname, il barista e anche il barbiere. Anche a Valdocco nessuno veniva «viziato». Quando un ragazzo correva da Mamma Margherita per farsi attaccare un bottone alla giacca, lei gli porgeva ago e filo, dicendo: «Perché non ci provi tu? Bisogna imparare a fare un po’ di tutto».

Il temperamento si deve dominare. Ogni figlio ha un temperamento diverso, ma ognuno deve imparare a tenere sotto controllo il proprio. Con la dolcezza e la pazienza piegò Antonio tentato all’asprezza. Con molta attenzione seguì l’evoluzione di Giovannino: «Giovanni aveva in sé quel sentimento di sicurezza nell’agire che si può con tanta facilità trasnaturare in superbia; e Margherita non esitò a reprimere i piccoli capricci fin dall’inizio, quando egli non poteva essere capace di responsabilità morale» ricorda don Lemoyne.

I litigi e le incomprensioni tra fratelli non si risolvono con i predicozzi e le discussioni. Mamma Margherita riconobbe la parte di ragione di Antonio che non capiva la voglia di studiare di Giovanni e intervenne efficacemente. Anche se probabilmente aveva le lacrime agli occhi mentre preparava il fagottino di Giovanni che andava a fare il garzone lontano da casa.

I figli hanno una strada sulla quale vanno accompagnati. Appena comprese la vocazione del figlio, Margherita gli disse chiaramente: «Sentimi bene, Giovanni. Io voglio che tu ci pensi bene e con calma. Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più importante è che tu faccia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiar idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Ma io ti dico: in queste cose tua madre non c’entra. Dio è prima di tutto. Da te io non voglio niente, non mi aspetto niente». Questo è veramente «dare la vita».

La gioia e la serenità sono il sale della vita. Mamma Margherita vigilava, ma non in modo sospettoso e pesante. Sapeva rimproverare sorridendo. E prendere la vita con un pizzico di umorismo. Quando lasciò il suo piccolo paradiso di pensionata dei Becchi, per seguire don Bosco in una periferia triste e malfamata, cantava con suo figlio: «Guai al mondo se ci sente, forestieri e senza niente».

Parlare, dialogare, raccontare sono momenti vitali della vita familiare. E nella piccola casa dei Becchi c’era anche il tempo di raccontare i sogni.

La coscienza morale è una guida fondamentale. Fin da piccoli, i ragazzi Bosco impararono a distinguere il bene dal male, senza ipocrisia e senza furberie. Conoscevano esattamente quello che dovevano e quello che non dovevano fare. Sul letto di morte Mamma Margherita disse al figlio serenamente: «Ho la coscienza tranquilla, ho fatto il mio dovere in tutto quello che ho potuto».

Dio si impara in famiglia. La preghiera, il catechismo, il senso della Provvidenza, i Sacramenti, le opere di carità: tutto questo Giovannino Bosco lo imparò sulle ginocchia di Mamma Margherita. Su quelle ginocchia nacque il sistema educativo di don Bosco.   

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