La Buonanotte
B.F. Disegno di Fabrizio Zubani
Un volto e una voce
Mariachiara, suora e medico, tornò nella corsia di un ospedale quando esplose la pandemia.
Ogni mattina, per molti giorni, Mariachiara ha lasciato il suo abito francescano negli armadietti del pronto soccorso di Piacenza. Per molti giorni ha indossato il camice e i panni quotidiani della sua vita precedente, quella di medico, specializzato in medicina interna.
Oggi, suor Mariachiara porta con sé tanti volti e tante voci: «Sono quelli che ancora mi visitano di notte».
I volti degli ammalati, le voci dei famigliari.
Un volto: quello di una signora quarantenne, madre di due bambini.
«L’ho accolta in pronto soccorso. Aveva combattuto qualche mese prima contro una leucemia dalla quale stava guarendo. Nel frattempo aveva contratto il Covid-19. Era una persona brillante, sorridente, vivace, molto consapevole del rischio che correva, vista la sua situazione clinica».
«Mi è rimasta particolarmente nel cuore. L’unico suo pensiero erano i figli. Aveva grinta e determinazione nell’affrontare quest’ennesima prova per quei bambini. Purtroppo, non ce l’ha fatta».
Una voce: quella del figlio di una paziente anziana arrivata al pronto soccorso con una polmonite grave, che poco tempo dopo sarebbe morta.
«La situazione era compromessa. Questo ragazzo, prima di tutto, mi ha ringraziato. E ciò mi ha colpito tantissimo. In un turno ha chiamato tre o quattro volte per chiedermi di avvicinarmi a sua madre, che era già incosciente. E lui lo sapeva. Mi chiedeva solo di andare a dire una ‘Ave Maria’ vicino a lei e sussurrargli che lui le voleva bene. L’insistenza di un figlio in lacrime non la scorderò».
Un ministro del governo indiano, paragonando i risultati ottenuti da Madre Teresa a quelli ottenuti dall’assistenza pubblica, un giorno le disse con ammirazione e un po’ di tristezza: “La differenza tra noi e voi è questa: noi lo facciamo per qualcosa voi lo fate a qualcuno”.