LE CASE DI DON BOSCO
ROBERTO COLOSIO
Treviglio
«La nostra Comunità Educativa è formata da 11 salesiani e da 100 e più corresponsabili e collaboratori laici che rendono possibile ogni giorno l’accoglienza di 1200 allievi della scuola, della formazione professionale, di ragazzi e giovani che ruotano attorno ai diversi gruppi dell’Opera».
Estratto dalla Cronaca dell’Istituto Salesiano santa Famiglia in Treviglio anno 1892: «Il 14 ottobre 1892 partirono da Torino, benedetti dal Rev. Signor don Rua, don Francesco Cottrino, come Direttore, e i chierici don Felice Razzoli e don Francesco Martini. La piccola comitiva era accompagnata dall’Economo Generale don Sala, diretto a Brescia per interessi della Congregazione. Giunsero alla stazione di Treviglio sul far della sera, mentre le campane delle chiese sonavano a distesa. Il clero, andato per riceverli, li accompagnò nel piccolo santuario della Madonna delle Lagrime, dove monsignor Prevosto diede loro il benvenuto e raccomandò alla popolazione la nuova Opera delle scuole parrocchiali, esortando i genitori a mandare i figlioli all’Oratorio Festivo. Il giorno seguente, il 15 ottobre, si dava inizio all’Opera; non vi era un Coadiutore per i servizi di cucina e di casa e la Provvidenza inviò un buon catechista dell’Oratorio Festivo, costruttore di ceppi per zoccoli, il quale si offerse di stare gratuitamente coi nuovi venuti, adattandosi a fare da cuoco e a disimpegnare i vari servizi della casa, coadiuvato da una sua buona sorella che preparava il pranzo e la cena nei giorni festivi, quando il fratello attendeva all’Oratorio. I due si chiamavano Giacinto e Teresa Gendarini. I loro nomi meritano di essere ricordati come veri benefattori dell’opera nascente.
Nel novembre alle prime tre classi, si aggiunsero la IV e la V classe elementare per i soli esterni, i quali pagavano, quelli che potevano, una lira al mese. I nostri vivevano coll’elemosina della messa del Direttore e con un piccolo sussidio mensile che dava il curato Rainoni. In breve però, l’insegnamento elementare, impartito dai salesiani, guadagnò l’attenzione e la stima della cittadinanza, perché oltre ai figli del popolo, cominciarono ad affluire i figlioli degli esercenti e delle migliori famiglie trevigliesi. Ne venivano anche dai paesi vicini: Calvenzano, Brignano, Spirano, Canonica, Fara, Verdello, Casirate, Caravaggio, Cassano d’Adda ecc.
Al mattino, sinché non si poté avere una cappellina in casa, il Direttore celebrava la Messa nel Santuario della Madonna della Lacrime e i confratelli vi facevano le loro pratiche di pietà. L’anno scolastico 1892-93 si chiuse bene con un applauditissimo saggio scolastico che si rinnovò negli anni successivi.
Ben presto ci si trasferì nell’attuale sede di via Zanovello 1, dove nel 1894 venne aperta una Scuola Media. Con il mutare dei tempi e dei nomi, i due primi settori sono tuttora aperti e vivi.
Nel corso degli anni la struttura e l’offerta formativa si sono ampliati e modificati nella fedeltà a don Bosco e al progetto originario di rappresentare per Treviglio e in tutto il territorio circostante un polo scolastico ed educativo di riferimento: nel 1939 fu aperto il Liceo Classico, nel 1983 l’Istituto Tecnico per Geometri, nel 1987 il Liceo Scientifico, a cui si è aggiunta l’opzione Scienze Applicate dal 2014, nel 2007 l’Istituto Professionale Aziendale, nel 2013 l’Istruzione e Formazione Professionale nel settore della logistica a cui è seguito nel 2017, ultimo nato della famiglia, l’Istituto Tecnico-Tecnologico ad indirizzo logistico. Un grande dinamismo che ha fatto del Centro Salesiano Don Bosco di Treviglio una risposta alle sempre nuove esigenze educative, al passo con i tempi dal 1892.
Dai Salesiani è passato anche lo sport, in particolare il calcio, con la storica società «Orsa», attiva dal 1962 e ora cessata.
L’altra chiusura dolorosa arriva nel 2000, quando lo storico oratorio cessa l’attività. Oggi il centro salesiano, diretto da don Renato Previtali, ospita la primaria e la secondaria di primo grado (le ex elementari e medie), i licei classico, scientifico e delle scienze applicate, un centro di formazione professionale per operatori dei servizi logistici e un istituto tecnico tecnologico con specializzazioni in logistica e informatica.
CHE COSA NE PENSANO
Gli allievi:
◊ Per me la scuola Salesiana di Treviglio è una grande famiglia, che ti fa sentire a casa e che ti aiuta nelle difficoltà… Ti accoglie e ti insegna ad essere una persona onesta ed un buon cristiano.
Io mi ci trovo benissimo e penso che questa scuola ti faccia apprezzare lo studio come tu non hai mai fatto: sia grazie ai professori, che ti aiutano quando sei in difficoltà o giù di morale e ti fanno imparare cose nuove, sia grazie ai compagni con cui ti diverti un sacco e con cui condividi le difficoltà scolastiche quotidiane e, infine, grazie al grande e immenso cortile che ti permette di trascorrere con i tuoi compagni i lunghi intervalli, giocando a calcio, a basket, a pallavolo e a biliardino, stringendo amicizie anche con i ragazzi delle altre classi. (Luca B.)
◊ Per me la scuola Salesiana di Treviglio è accogliente perché quando hai un problema loro per te ci saranno sempre. Io ho appena iniziato, ma mi trovo bene e l’amore che cercano di trasmetterti è immenso ma non è solo felicità è anche impegno e tenacia nello studio e diventare dei campioni a scuola e nella vita. (Samuel R.)
◊ Per me la scuola Salesiana di Treviglio è come un vortice; un vortice molto divertente ed anche un po’ pauroso. Pauroso perché inizialmente avevo un po’ di paura di non esserne all’altezza, ma adesso non più perché mi sono ambientata benissimo nella scuola e mi hanno accolto tutti molto bene.
Divertente perché oltre a studiare c’è la possibilità di giocare insieme.
Mi diverto moltissimo soprattutto ai tornei (gioco a pallavolo), ma anche nelle partite che faccio a calcio con i miei compagni di classe, posso dire che sto diventando una calciatrice provetta.
Volevo solo ringraziare i miei genitori per l’opportunità che mi hanno offerto entrando in questa scuola meravigliosa. (Viola T.)
Una insegnante:
Per me la scuola Salesiana di Treviglio è una scuola autentica perché accoglie i ragazzi come persone in crescita e non semplici studenti. Perché insegna che non basta insegnare ma è necessario segnare attraverso una conoscenza che illumini la mente e la renda libera, ma anche attraverso una fede concreta, vissuta e in cammino, di cercatori di Dio. La scuola salesiana fornisce tanti “perché” e non solo tanti “come”.
Io non sono cresciuta con i salesiani, ma il carisma di don Bosco e Dio mi hanno sempre toccata ed intercettata. Solo ultimamente, grazie a Dio, posso imparare dai Salesiani a partire dai miei ragazzi, che sono per me anche i migliori, piccoli, insegnanti che attraverso uno sguardo mi ricordano perché sono qui, e quanto Dio mi ama! (Chiara Mineo)
I Salesiani
Come può descrivere la presenza salesiana a Treviglio?
Le confesso che ogni giorno che passa sono sempre più ammirato dalla grande fiducia che tante famiglie di Treviglio, e degli oltre 100 comuni di provenienza dei nostri allievi, dimostrano verso la nostra opera educativa. La loro domanda, implicita o esplicita, è soprattutto di carattere educativo. Siamo sempre di più provocati nella nostra capacità di offrire un progetto educativo integrale: il progetto che don Bosco ha mirabilmente riassunto nel binomio “buon cristiano e onesto cittadino”. Un cammino educativo che si prende a cuore tutte le dimensioni della vita dei ragazzi e delle ragazze: intellettuale, affettiva, relazionale, sociale, professionale, spirituale, ecclesiale. Il tutto attraverso una forte relazione educativa in stile salesiano che coinvolge giovani ed educatori in un’unica esperienza di vita caratterizzata da un clima di famiglia, di fiducia e di dialogo.
La nostra Comunità Educativa è formata da 11 salesiani e da 100 e più corresponsabili e collaboratori laici che rendono possibile ogni giorno l’accoglienza di 1200 allievi della scuola, della formazione professionale, di ragazzi e giovani che ruotano attorno ai diversi gruppi dell’Opera e dei fedeli che frequentano la chiesa di San Carlo. Essere un villaggio educativo di adulti e di giovani attorno a don Bosco ha proprio questo scopo: ricordare a noi e a loro che la presenza di don Bosco a Treviglio potrà avere un futuro solo grazie al “cuore e alle mani” di salesiani e laici, animati dalla stessa passione per Dio e per i giovani.
Di che cosa hanno bisogno oggi i giovani della sua Opera Salesiana?
I giovani desiderano anzitutto adulti che testimonino loro il senso della loro vita e delle loro scelte. Oggi, dove siamo troppo pieni di cose, i ragazzi hanno bisogno di vedere persone adulte felici, pur nella fatica degli eventi quotidiani, perché hanno trovato e vivono e combattono per ideali e valori alti nella concretezza di ogni giorno. Loro non sanno che farsene di adulti che scimmiottano la giovinezza per apparire degli adultescenti o degli amiconi. I giovani hanno bisogno di testimoni di vita felice e fedele e non di erogatori di servizi o di soldi.
I giovani, oggi, hanno inoltre bisogno di trovare non tanto che cosa fare da grandi, ma che cosa fare di grande con la loro esistenza e di sopportarne la fatica e l’impegno. Ciò che rende felici nel tempo e per l’eternità è la ricerca, la scelta e la fedeltà alla propria vocazione. Aiutare un ragazzo/a a rispondere alla domanda esistenziale per chi sono, a chi voglio appartenere è oggi essenziale per la loro identità e la loro riuscita vocazionale.
Da ultimo i giovani hanno diritto di essere accolti e ascoltati senza pregiudizi e difese. Questo comporta che genitori ed educatori riescano a stare zitti davanti a loro e a non imporre o offrire a loro ricette precostituite o solo legate al passato. Stare davanti ai giovani con il cuore aperto che accoglie e la mente vigile che illumina la loro esistenza ancora inesperta è un dono di libertà che possiamo fare loro.
Che cosa si augura per i prossimi anni per la casa Salesiana di Treviglio?
Mi auguro che nella nostra missione salesiana non ci stanchiamo mai di lavorare e pregare per i giovani e con i giovani. Treviglio deve essere sempre di più e sempre meglio casa che accoglie, scuola che avvia alla vita, parrocchia che evangelizza e cortile per incontrarsi come amici. Davvero mi auguro che salesiani e laici possiamo sperimentare insieme la bellezza e la fatica del Sistema Preventivo di don Bosco oggi: insieme e mai da soli con il sorriso di don Bosco.