FMA
EMILIA DI MASSIMO
Suor Maria Pia Giudici
La mistica dell’eremo di Subiaco che conobbe Dio in bici
È passata fra noi come i profeti biblici che rivivevano nelle sue parole.
Quando nacque Maria Pia, il 30 settembre 1922, la famiglia Giudici viveva a Viggiù, nel Varesotto; la coppia che accolse Maria Pia era molto unita e sinceramente cristiana; papà Felice gestiva un albergo abbastanza rinomato e mamma Rosa Buzzi Giberto era figlia di uno scultore di ottima fama. Ad un certo punto, non si sa perché, i Giudici lasciarono il paese e si trasferirono a Milano. Lì Maria Pia continuò gli studi, prima dalle Suore Orsoline e poi presso le fma, con le quali si sentì profondamente a suo agio, fino a decidere, in seguito, di restare con loro. Era una ragazza socievole ed anche sportiva. Le piacevano il tennis, lo sci, e le gite in barca. Soprattutto le piaceva condividere molte cose con gli amici. Inoltre, lo dice lei stessa in un suo scritto, l’appassionava la lettura «e tutto ciò che allargava gli orizzonti e dava ebbrezza di vita. Avevo sete di bellezza, di bontà, di verità. Sentii che solo Dio era sostanzialmente la risposta assoluta a tutto questo, e che tutto ciò che possedevo non era nulla in confronto al Suo amore. Ho scelto l’Istituto delle fma perché mi aveva colpita lo spirito di famiglia, mi sentivo amata e compresa. Ammiravo la loro gioia, che sentivo scaturire dall’alto, dall’amore di Dio, e la grande dedizione ai giovani».
La luce del “sì”
Riguardo alla decisione vocazionale di suor Maria Pia è lei stessa a raccontarlo. Correva in bicicletta, tutta piena di festosa giovinezza. Ad un tratto si sentì come colpita da una luce: la luce del “sì”. Ebbe in quell’istante la certezza di essere stata chiamata per nome e di dover rispondere con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta la vita che le era stata donata.
La bicicletta. La corsa quasi sfrenata. Il buttarsi fiduciosa nell’amore vero.
Suor Maria Pia offerse tutta la sua vita allo Sposo Gesù, professando i voti religiosi, aveva 22 anni, era il 5 agosto 1944. Conseguita la laurea in materie letterarie, fu un’insegnante ardente, creativa, ingegnosa; un’insegnante amica e formativa. Divenne una delle penne pregiate della rivista Primavera, che aveva lo scopo d’intrattenere piacevolmente le adolescenti, seminando in loro ideali di umana e cristiana fraternità.
Quando poi si cercarono nuove strade per dare più vita alla scuola e si costituì un gruppo di lavoro che prese il nome di sas [Scuola Attiva Salesiana], suor Maria Pia diede il suo apporto significativo nella scelta delle letture che dovevano confluire in una antologia per la Scuola Media.
Una casa di preghiera
Il lavoro educativo più profondo tuttavia fu, in seguito, quello che svolse nel campo della Comunicazione Sociale come “Delegata Internazionale per gli Strumenti di Comunicazione Sociale”, collaborando con il Regista Rolando realizzò il film “Tralci di una terra forte” incentrato sulla vita di Maria Mazzarello.
Nascevano intanto, per suo merito, i Campi della Parola. Li frequentavano molti giovani, accompagnati dalle fma. C’erano anche sacerdoti pronti a svolgere il loro ministero. Ben presto trovarono sede a San Biagio, vicino al Sacro Speco di Subiaco. Non fu facile adattare l’ambiente edilizio e assumere l’impostazione adeguata alla missione da svolgere. Ci volle tempo; ci vollero fatiche di diverso genere: tutte pesanti, ma anche tutte condivise con persone che non lasciavano mancare né il suggerimento, né l’esperienza, né l’aiuto immediato.
Successivamente la missione svolta dalla Casa di preghiera si diramò in forme varie, adeguate a diversi tipi di destinatari: religiose/i, giovani, gruppi familiari, coppie di giovani sposi o fidanzati. Tra i ricordi lasciati scritti da suor Maria Pia si può leggere anche questo: «Quando venni quassù con una mia consorella, iniziai un’opera ad experimentum che, come tutte le realtà nuove, non fu subito da tutti compresa. Vedevo, però, che non era opera mia (l’avrei rovinata!) perché i frutti erano buoni».
Attualmente la casa, gestita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, è attiva e prosegue la sua missione educativa.
Nella lettera con cui l’Istituto delle fma annuncia la partenza di suor Maria Pia per le distese luminose del Cielo leggiamo, tra l’altro: «San Biagio è cresciuto grazie alla capacità di suor Maria Pia di accogliere il contributo e il dono che ciascuno portava, di offrire ad ogni persona la possibilità di uno spazio e di un tempo di vero incontro con Dio, nella contemplazione del creato».
Quando le sue forze si sono indebolite, venendo meno a poco a poco, suor Maria Pia ha dovuto lottare con se stessa ma si è gradatamente abbandonata; tra le sue ultime parole c’è stato un grazie rivolto alle sorelle che sono state con lei; per poi ripeterne uno infinitamente più grande al Signore che le dava il benvenuto in cielo.