LA LINEA D'OMBRA
ALESSANDRA MASTRODONATO
Spettinati dalla vita
Tu che più cadi più ritorni in piedi, / tu che alla fine ancora un po’ ci credi. Ci credi? A una vita così, / che anche quando ti spettina è splendida, sì!
Il cammino verso l’adultità, con il suo terreno accidentato e le sue false partenze, assomiglia spesso ad una corsa a ostacoli che, mentre mette a dura prova la nostra capacità di resistenza, ci allena al sacrificio e alla fatica quotidiana, stimolandoci a testare nuove forme di equilibrio con cui affrontare, passo dopo passo, i tanti “salti” della vita.
In questa gara con noi stessi impariamo a nostre spese a fare i conti con i nostri limiti, a rialzarci un po’ ammaccati subito dopo ogni caduta, ma anche a credere in noi stessi e a conoscere a fondo le risorse interiori su cui possiamo fare affidamento. Ci alleniamo a puntare sempre un po’ più in alto, ad entrare in sintonia con il nostro corpo, a dosare accuratamente le forze per non rischiare di fermarci a metà tragitto in debito d’ossigeno e con le gambe doloranti. Lasciamo da parte ogni paura e accettiamo di correre il rischio di apparire un po’ goffi e scoordinati mentre lanciamo il cuore oltre l’ostacolo e ci cimentiamo nel fronteggiare le difficoltà della vita con tutti i mezzi e le energie a nostra disposizione.
Talvolta ci capita, però, di essere talmente concentrati sul traguardo e desiderosi di bruciare le tappe verso la meta che ci siamo prefissati da perdere di vista il senso stesso del cammino e tralasciare di chiederci se la strada che abbiamo intrapreso ci renda davvero felici. Dimentichiamo le motivazioni remote alla base delle nostre scelte di vita, smarriamo l’itinerario complessivo del nostro percorso e ci pieghiamo ad andare avanti per inerzia, attenti più alla prestazione in sé che non a fare tesoro delle competenze esistenziali che ogni giro di campo puntualmente ci insegna. Ma soprattutto perdiamo il gusto di sentire il vento che ci accarezza il viso e la pelle, di percepire in ogni fibra del nostro corpo le energie chiamate a raccolta per vincere l’attrito dell’aria e del terreno; il gusto – perché no – di lasciarci anche spettinare dallo sforzo propulsivo della corsa.
Come ha scritto infatti qualcuno, «tutte le cose belle della vita ci spettinano un po’»: camminare sulla spiaggia in un giorno ventoso, andare in bicicletta a perdifiato, ballare fino a tarda sera, ridere a crepapelle, abbracciare le persone che amiamo…
Eppure abbiamo spesso la pretesa di essere sempre impeccabili, azzimati, ordinati (anche a costo di risultare ordinari) e ben pettinati e facciamo fatica ad accettare un’immagine di noi stessi che si discosti da questo stereotipo esigente di perfezione. Un po’ troppo sbrigativamente, associamo l’essere spettinati ai giochi anarchici dei bambini o all’inquietudine arruffata degli adolescenti e ci convinciamo, invece, che la condizione adulta coincida con l’assunzione di un atteggiamento di irreprensibile autocontrollo e pacatezza. Ma, in tal modo, finiamo con il rinunciare a priori a buttarci a capofitto in tutte quelle esperienze che ci mettono in discussione, a coltivare relazioni che ci attirano al di fuori della nostra comfort zone, a spingere sull’acceleratore per affrontare con il giusto slancio il cammino dell’esistenza.
Se la posta in gioco è questa, allora vale la pena di correre il rischio che la vita ci spettini un po’, e anzi potremo forse scoprire quanto può essere liberatorio fare piazza pulita di questi cliché e luoghi comuni, per percorrere più leggeri, e dunque con passo più spedito, la nostra corsa a ostacoli verso l’adultità.
Amati più che puoi,
e poi amati come vuoi,
e lascia stare chi ti punta sempre il dito,
e lascia stare chi non l’ha capito.
Mettiti quel vestito,
anche se dicono che non ti sta,
e smettila di dire sempre
che per ballare non hai più l’età.
E poi chiediti come stai:
da quanto tempo non lo fai?
Tu che eri una che viveva d’istinto,
ora al futuro ci credi a stento.
Tu che “per sempre” non esiste mai,
che non esiste chi ama come noi.
Tu che più cadi più ritorni in piedi,
tu che alla fine ancora un po’ ci credi.
Ci credi?
A una vita così,
che anche quando ti spettina è splendida, sì!
Sembra quasi una corsa ad ostacoli
e tu, tu vuoi battere il record mondiale,
anche quando il traguardo scompare…
Splendida malinconia,
splendida quella bugia
che ti tiene prigioniera da vent’anni
e aggrappata a una fotografia.
Splendida anche questa luna,
che non hai certo fabbricato tu,
splendida la paura
di dire a tutti che ora vuoi di più,
di più… da una vita così,
che anche quando ti spettina è splendida, sì!
È una specie di corsa ad ostacoli
e tu, tu vuoi battere il record mondiale,
anche se a volte vorresti morire…
Ma una vita così,
io la voglio lo stesso;
una vita così,
a pensarci mi vengono i brividi,
ma io la voglio cantare,
anche quando l’orchestra scompare…
La vita splendida!
(Tiziano Ferro, La vita splendida, 2022)