L'INVITATO
JOZEF TOMSIK
Don Karol Manik
Quando mi sono convertito e ho incominciato a frequentare regolarmente la chiesa clandestina ho incontrato dei giovani che mi hanno invitato a un incontro in cui hanno parlato della fede, hanno pregato e condiviso le loro riflessioni in un’atmosfera rilassata e gioiosa.
Può auto presentarsi?
Mi chiamo Karol Manik. Ho 52 anni, sono slovacco e provengo da una famiglia di prigionieri politici, segnata dal Comunismo. Ho trascorso gli ultimi dodici anni in Slovacchia e in Ucraina come Ispettore.
Com’è nata la sua vocazione?
La mia vocazione è nata durante il Comunismo quando non c’era la libertà di professare un credo religioso: la vita consacrata era vietata e i monasteri chiusi ma la chiesa clandestina era ben organizzata e al suo interno si sviluppava la vita consacrata.
Perché proprio salesiano?
Perché quando mi sono convertito e ho incominciato a frequentare regolarmente la chiesa clandestina ho incontrato dei giovani che mi hanno invitato a un incontro in cui hanno parlato della fede, hanno pregato e condiviso le loro riflessioni in un’atmosfera rilassata e gioiosa. Ho continuato a frequentare questi incontri segreti e gradualmente ho capito che il leader di questo gruppo era un salesiano in incognito. La vita di questa comunità mi interessava sempre più ed ero coinvolto da questa frequentazione. Abbiamo fatto viaggi, pellegrinaggi, ho preso parte a ritiri e ai miei primi esercizi spirituali. Più tardi sono diventato animatore, iniziando ad aiutare nella guida di un’altra comunità. Così è arrivata la vocazione e l’invito a vivere per Dio e i giovani.
Come ha reagito la sua famiglia?
La mia famiglia non lo sapeva; i miei genitori erano credenti. Sicuramente sospettavano qualcosa ma non potevo dire loro nulla. Ufficialmente ero uno studente universitario che abitava per conto proprio e tornava a casa durante il fine settimana. Ufficiosamente ero un attivo animatore coinvolto nell’attività segreta salesiana nella quale assolvevo assolvevo il ruolo di formatore. Quando il Comunismo finì e dissi ufficialmente ai miei genitori che ero un salesiano furono contenti.
Qual è il suo compito attuale?
Sono l’Ispettore dei salesiani in Ucraina, che sono di rito orientale.
Ha lasciato la Slovacchia che è un paese sereno con un ottimo futuro, mentre l’Ucraina ha qualche problema “politico”: come vede la situazione della Chiesa dei due paesi?
Mentre la situazione ecclesiastica in Slovacchia è relativamente stabile, l’Ucraina sta vivendo le gioie e le preoccupazioni iniziali tipiche della costruzione di una struttura ecclesiale: si stanno intessendo buone relazioni tra la Chiesa ortodossa e quella greco-cattolica nonché tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa greco cattolica. Si costruiscono chiese, si cercano nuove relazioni con lo Stato, si tenta di guarire le ferite del passato… E tutto questo sullo sfondo dell’instabilità economica e politica dovuta anche alle conseguenze del conflitto nell’Ucraina orientale che dura ormai da sei anni e conta 12.000 vittime.
Come sono i giovani delle due nazioni?
Mi sembra che i giovani ucraini siano molto più “semplici” rispetto a quelli slovacchi, non sono così esigenti, sono ben disposti e anche aperti alle proposte spirituali. Questa è la situazione dell’Ucraina occidentale, almeno lì dove lavoro io.
Quali sono le opere salesiane più belle e significative?
L’opera che ho preso maggiormente a cuore in Ucraina è la cosiddetta Casa famiglia, in cui possono vivere fino a 70 ragazzi dai 7 ai 18 anni. Sono orfani, hanno perso uno dei genitori o provengono da famiglie che non sono in grado di allevarli. È un lavoro necessario, piacevole ma anche impegnativo.
Mi sta molto a cuore anche la nostra scuola professionale che è l’unica scuola cattolica in tutta l’Ucraina e svolge un ruolo importante.
Qual è la sua soddisfazione più bella?
Vedere i volti delle persone felici, nonostante le difficili condizioni di vita e le prove che si trovano a dover superare.
Quali sono le sue speranze per il futuro?
Non faccio più piani perché non mi sono mai riusciti. So che quest’anno finirà il mio servizio come Ispettore e dopo 12 anni di ispettorato vorrei “riposarmi” un po’ e ricaricare le batterie, approfondendo la spiritualità salesiana per poter continuare a servire nello spirito e nello stile di don Bosco
UCRAINA:
CONSACRATA LA PRIMA CHIESA DEDICATA A SAN GIOVANNI BOSCO
I Salesiani dell’Ucraina hanno consacrato il nuovo tempio dedicato a san Giovanni Bosco.
“È un evento molto significativo non solo per i Salesiani, ma anche per tutti i fedeli della nostra Chiesa – ha affermato don Andriy Bodnar, SDB – Questa è la prima chiesa in Ucraina dedicata a don Bosco. Noi, come Salesiani, siamo molto contenti, perché la pedagogia del Santo e il suo Sistema Preventivo dell’educazione della gioventù si diffonde non solo nella Chiesa Cattolica, ma anche nella società. Questo è un segno, il quale mostra che il nostro Stato desidera un futuro dignitoso per i nostri ragazzi e giovani”.
La nuova chiesa è situata a Korostiv, un piccolo villaggio nella Provincia di Scole (Regione di Leopoli, Ucraina Ovest), accanto al Centro salesiano “Domenico Savio” (destinato agli esercizi spirituali e all’accoglienza degli ospiti). Vicino alla chiesa passano tanti itinerari turistici, diretti verso le montagne dei Carpazi, per cui le persone possono visitare il tempio durante la salita sulle cime.
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