COME DON BOSCO
PINO PELLEGRINO
Natale!
La festa di Natale può sembrare una fiaba, ma è il ricordo di una realtà veramente accaduta in un momento storico preciso, in una terra precisa ben conosciuta,
della nascita di “Uno” che ha ricreato l’umanità: Gesù.
Gli animali lo sanno
Una volta gli animali fecero una riunione. La volpe chiese allo scoiattolo: «Che cos’è per te Natale?» Lo scoiattolo rispose: «Per me è un bell’albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami». La volpe continuò: «Per me naturalmente è un fragrante arrosto d’oca. Se non c’è un bell’arrosto d’oca non c’è Natale». L’orso l’interruppe: «Panettone! Per me Natale è un enorme profumato panettone!» La gazza intervenne: «Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!» Anche il bue volle dire la sua: «È lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie». L’asino prese la parola con foga: «Bue, sei impazzito? È il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?» Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: «Ma questo gli uomini lo sanno?»
«Ho perso Gesù Bambino!»
Una mamma racconta: «Era il primo Natale in cui aveva contribuito a fare il presepio, e aveva capito più o meno che cosa significava. Aveva appena compiuto 2 anni e già parlava e si esprimeva come se avesse 12 anni.
Quando stavano partendo per la Messa della vigilia di Natale, voleva portare con sé il Bambino Gesù della mangiatoia, come un giocattolo. I genitori la lasciarono fare.
Ma quando scese dall’auto, forse mentre si districava dal suo sedile, fece cadere il Bambino Gesù in strada, sul marciapiede o in qualche angolo.
«Ho perso Gesù Bambino, mamma», disse con gli occhi pieni di lacrime. Non riuscirono mai a trovarlo e negli anni successivi misero nella mangiatoia la statuetta del Bambino presa da un’altra serie di statuine. Era più grande in proporzione alle statue di Maria e Giuseppe, e la mucca e l’asino sembravano un gattino e un cagnolino accanto a Lui.
Oggi, la mamma confida: «Ogni volta che facciamo il presepio, mi viene in mente il Piccolo Gesù perduto e il triste faccino della mia bambina. Non riesco a togliermi dalla mente il “Ho perso il Bambino Gesù”. E non voglio perderlo. Non voglio che si perda nei regali, nelle riunioni o nei pasti. Sono persa tra bollette, tasse scolastiche e bilanci, e non voglio. Non voglio perdermi in saluti, progetti o brindisi di fine anno. Non voglio perdermi nel lavoro, nella psicologia o nelle visite mediche. Non voglio nemmeno perderlo quando scrivo, quando leggo o quando cammino.
Voglio tenerlo d’occhio e non perderlo.
Ma mi rendo conto anche che se lo perdo anche se non voglio, Lui viene e mi trova. Ogni anno rinasce di nuovo, nel caso l’avessi perso. Riparte da zero, con tutta la sua innocenza, il suo cuore nuovo, la sua dolcezza e la sua pace. Mi trova comunque sono, smarrita, distratta o esausta, viene come un bambino per giocare con me, viene come un amico che mi vuol bene. Viene a stare con me pur sapendo che alla prima distrazione lo perderò di nuovo.
E anche se quest’anno l’ho perso più volte, sono felice, perché Lui sta arrivando, e mi trova sempre».
Festa luminosa
“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in una terra tenebrosa una luce rifulse… poiché un bambino è nato per noi!” (dal profeta Isaia, 9, 1.5).
Belle le città sfavillanti di luce nella Notte santa: allegri gli alberelli carichi di fiammelle che riscaldano le stanze delle nostre case e i balconi! Via tutte le ombre: Natale è un’esplosione di luce!
Questo è Natale!
Guai a smarrirlo! Senza Natale il mondo sarebbe infinitamente più povero e più triste. Lo stesso filosofo Lucio Lombardo Radice che, pure, si trovava su una sponda diversa da quella cristiana, diceva con convinzione: «L’umanità ha un estremo bisogno di avere giornate come quella del Natale».
Festa vibrante
Lo scrittore Luigi Santucci diceva che Natale “è più che un racconto: è una carezza, è un abbraccio, è un soccorso, è un cibo”. Natale è il sorriso di un bambino (di ogni bambino!) che non ha ancora dimenticato i prati del cielo! Ecco perché Natale mette in fibrillazione proprio loro, i bambini che conoscono più per sentimento che per ragionamento.
Festa squillante
I cieli si riempiono di angeli e di canti:” Vi annuncio una grande gioia: oggi vi è nato un salvatore!” (Lc. 2, 10). Non si può immaginare Natale senza i canti, senza le cornamuse. I palestinesi hanno un bellissimo detto: “Le notti sono mille, ma quella di Natale è una sola. Anche se il cielo è buio, muto, la cometa si vede e canta sempre”.
Festa impegnativa
Il poeta cileno Pablo Neruda ha un verso stupendo: “È per nascere che siamo nati”: è per costruirci fino all’ultima sera. Sì, è per fare il nostro Natale ogni giorno dal primo in cui siamo approdati sulla Terra, perché c’è qualcosa che è peggio di morire: è smettere di nascere, è restare sottosviluppati! Messaggio impegnativo di Natale!
Non perdiamo il presepio!
Il presepio evoca emozioni e gioie intense, risveglia il lato buono della nostra personalità, riconcilia la famiglia oggi sempre più disgregata.
Dobbiamo difenderlo, dobbiamo proteggerlo.
Mi mancava una mamma
“La mia più bella invenzione, dice Dio,
è mia Madre.
Mi mancava una mamma e io l’ho fatta.
Ho fatto mia Madre prima che ella facesse me.
Ora sono veramente uomo come tutti gli uomini.
Non ho più nulla da invidiare loro perché ho una mamma.
Mi mancava.
Mia Madre si chiama Maria, dice Dio,
La sua anima è pura e piena di grazia.
Il suo corpo è vergine e pervaso da una
luce tale che sulla terra mai mi sono
stancato di guardarla, di ascoltarla, di ammirarla.
È bella mia Madre, tanto che, lasciando
gli splendori del Cielo, non mi sono
mai trovato perduto vicino a lei.
Eppure so bene – dice Dio – cosa sia l’essere
portato dagli angeli.
Beh, non vale le braccia di una mamma.
Credetemi!” (Michel Quoist).