BS Dicembre
2021

SENZA CONFINI

Charles Cini, fotografie di Mike Pace

MALTA L’isola prediletta da don Bosco

“Ho il vanto di averle baciato più volte la mano” scrisse Michelangelo-Maria Mizzi a don Giovanni Bosco, il 14 gennaio 1886, in una delle varie lettere, che dimostrano come Malta e i Maltesi fossero in contatto continuamente con don Bosco, già durante la sua vita.

L’arcipelago maltese si trova nel mezzo del mare Mediterraneo: la Sicilia è 69 km a nord-est e la costa del nord Africa 192 km a sud. La piccola nazione fa parte dell’Unione Europea dal 2004 e consiste di tre isole: Malta, Gozo e Comino.

Nel secolo diciannovesimo, la lingua italiana era molto parlata dalla classe borghese e dalla popolazione di alto livello. La letteratura religiosa in Italiano era molto diffusa. L’Associazione dei Cooperatori Salesiani, approvata dalla Santa Sede nel 1876 era già attiva prima del 1880. Un numero di Maltesi era già abbonato al Bollettino Salesiano dall’inizio nel 1877.

La Congregazione Salesiana di don Bosco era ben conosciuta da numerosi Maltesi, consci del grande bene fatto dall’Oratorio Salesiano. Negli ultimi anni della vita di don Bosco, furono fatti molti sforzi per portare i salesiani a Malta.

Il Commendatore Alfonso Maria Galea, nell’estate del 1892, fu ospite per tre giorni di don Giulio Barberis nel Collegio Salesiano di Valsalice, dove c’era la tomba di don Bosco. 

In ogni caso, chiarì la sua richiesta in una lettera a don Rua il 23 Gennaio 1893: “Un ammiratore delle opere di Don Bosco, desiderando il bene spirituale di quest’Isola vorrebbe stabilire in un punto abbastanza centrale e vicino a la Valletta, un Oratorio festivo”. Egli si riferiva alla cittadina di Tas-Sliema che era in pieno sviluppo e dove era sicuro che un Oratorio avrebbe attratto molti ragazzi e giovani per pregare, imparare il catechismo e giocare insieme. Nello stesso tempo essi avrebbero ricevuto una adeguata formazione religiosa che mancava in quella zona e creato spazi di socializzazione primaria.

Alla fine promise che quando tale edificio fosse stato realizzato, sarebbe stato consegnato alla Società Salesiana.

L’Istituto di St Patricks, Sliema

Intanto Alfonso continuò a corrispondere con don Durando per i tre anni seguenti, durante i quali continuò a pianificare la realizzazione del suo progetto. Il progetto prevedeva un istituto per i ragazzi ed eventualmente un Oratorio. Il primo progetto sarebbe stato sponsorizzato dal Governo Maltese e la direzione sarebbe stata affidata ai Salesiani: il secondo progetto sarebbe stato finanziato dalle offerte dei cooperatori già esistenti nell’isola e per mezzo delle loro offerte.

Il lungo e arduo cammino per la fondazione di San Patrizio avrebbe preso molti anni. Nell’estate del 1903, don Rua incaricò padre Patrick O’Grady, un coraggioso irlandese, che doveva la sua vocazione salesiana allo stesso don Bosco. Divenne il primo Salesiano a Malta. Egli arrivò nell’isola venerdì 13 novembre 1903. È la data ufficiale della fondazione Salesiana a Malta.

Padre Patrick doveva prendersi cura di quello che ufficialmente era designato come un riformatorio e Casa Salesiana per ragazzi in difficoltà. Un istituto dove l’Autorità Giudiziaria confinava giovani delinquenti. Come inizio non era in armonia con il Sistema Preventivo Salesiano. Pensandoci bene, però, era una specie di ritorno alle origini. Don Bosco aveva incominciato il suo apostolato proprio visitando le prigioni di Torino. E tutti ricordavano l’episodio in cui aveva conquistato la stima dei giovani reclusi della Generale, il riformatorio di Torino. Alfonso Maria Galea, in qualche modo, ripartiva dalle origini dell’opera di don Bosco.

L’Oratorio Festivo

Nel frattempo, Alfonso era impegnato ad erigere un’altra struttura, che provvisoriamente era chiamata Juventutis Domus, un centro per giovani, studenti universitari, giovani laureati, e impiegati alle prime esperienze nel servizio civile. Il teatro creato nella struttura diventò poi importante per sviluppare il livello del Teatro nell’isola di Malta. Fu edificato vicino alla casa di San Patrizio che divenne e rimane fino ad oggi la culla dei Salesiani a Malta.

Il sogno di Alfonso si concluse, domenica 7 giugno 1908, quando monsignor Pietro Pace, Arcivescovo di Malta inaugurò e benedisse l’Oratorio Festivo. Il Salesiano che più aveva lavorato per promuovere ed edificare l’oratorio era don Antonio Urso, dinamico, di larghe vedute, ma anche profondamente spirituale, originario di Bel Passo, Catania, che era venuto a lavorare a Malta nell’ottobre 1906 e che dedicò tutta la sua energia per realizzare quest’opera.

Don Antonio riuscì ad attrarre centinaia di ragazzi nella casa salesiana. Egli è rimasto nella memoria dei maltesi come una persona eccezionale, ricca di santità, saggezza, cultura e praticità. È stato all’avanguardia, anche per una delle sue opere creative: una ricca biblioteca, non solo di libri di Salesianità e religiosità ma anche storia, letteratura, e scienze. Molti studenti dell’Università di Malta, si servivano della ricchezza di questa biblioteca. Morì nel terremoto di Messina, il 28 dicembre 1908.

I Salesiani a Gozo

La popolazione dell’isola di Gozo, la seconda in superficie nell’arcipelago maltese, presto divenne cosciente del lavoro fruttuoso tra i giovani che si faceva dai Salesiani a Malta. Un numero di preti, guidati dal sacerdote diocesano don Paolo Micallef, invitò i Salesiani a Gozo. Nel 1933, nel giorno di Canonizzazione di don Bosco, egli inaugurò un piccolo centro nella Città di Vittoria, capitale dell’isola di Gozo. Negli anni successivi aiutato da un certo numero di preti, egli si impegnò ad educare i giovani e i ragazzi sul modello dell’Oratorio Salesiano.

I Salesiani presero la direzione dell’Oratorio nell’agosto 1949, e furono presto benedetti da un gran numero di vocazioni.

I salesiani erano rispettati e apprezzati dal popolo di Gozo e svolgevano un lavoro molto lodevole. Tuttavia per varie ragioni, essi abbandonarono l’Oratorio alla fine del 1965. Ma fino al giorno d’oggi lo spirito salesiano è ancora molto vivo nell’Oratorio che ora è nelle mani di sacerdoti diocesani di Gozo. Qui sono sbocciate vocazioni di salesiani che hanno lasciato il segno in tutto il mondo, come il sottoscritto, Delegato Mondiale degli exallievi, e don Fabio Attard, che è stato incaricato mondiale della pastorale giovanile e ha un incarico importante nel Consiglio Generale della Congregazione.

Il Savio College

I Salesiani aprirono un’altra Opera fuori Sliema, nel nord dell’Isola, a Dingli. Avevano avuto in eredità una grande estensione di terreno dalla Signorina Maud Bugeja, una benestante da Sliema.

Qui nacque una scuola ben organizzata che incominciò a funzionare il 2 ottobre 1968. Da un umile inizio nel 1968 con appena dodici studenti, il Savio College è riuscito negli anni a costruire una forte identità fondata sulla visione creata da don Bosco. Il Savio College ha sviluppato la spiritualità di don Bosco e il suo sistema educativo. Non è tanto l’aspetto fisico della scuola, della chiesa, della casa e del cortile a rendere salesiano il Collegio Savio, quanto piuttosto è l’interazione pastorale che svolge quotidianamente e intenzionalmente all’interno del Collegio.

Molti studenti, genitori ed educatori, considerano il Savio College come la loro seconda casa, sviluppando qui un forte senso di identità. Per innumerevoli giovani è una scuola di vita, che offre spazi dove si coltivano gioia e ottimismo insieme a una spiritualità che dà senso al loro essere, al loro senso dello scopo e al rapporto con il mondo.

La comunità educativa salesiana di Dingli ha lavorato duramente negli anni per mantenersi fedele e leale allo spirito di don Bosco. Quando i Salesiani fondarono il Savio College, il loro scopo era tirare fuori il meglio da ogni bambino che varcava le sue porte. Hanno sempre desiderato che questa scuola aiutasse i giovani a discernere la loro vocazione e in particolare ad accompagnare i futuri Salesiani di don Bosco attraverso la loro formazione iniziale.

Oggi si prende cura di 260 studenti, ed è anche un centro di attività organizzando campi scuola, incontri e ritiri per giovani che vengono da Malta e Gozo. Il 7 dicembre 2003, il Rettor Maggiore don Pascual Chavez Villanueva, nono successore di don Bosco, inaugurò ufficialmente un complesso moderno di grandi dimensioni e un centro educativo polifunzionale.

I Salesiani a Senglea

La presenza salesiana a Senglea è iniziata nel 2008. Proprio ai margini della penisola di Senglea si trova una bella chiesa dedicata a Nostra Signora del Porto Sicuro e un attiguo chiostro intitolato a San Filippo Neri che risale al xvii secolo. Su invito dell’Arcivescovo i Salesiani hanno sostituito i gesui­ti, andati in pensione per mancanza di personale, nell’ottobre 2008.

Oltre al ministero pastorale e alla celebrazione dei sacramenti amministrati da questa Chiesa, i Salesiani si sono impegnati ad aprire un Centro Giovanile secondo la loro tradizione. L’obiettivo è quello di fornire ai giovani uno spazio per intrattenersi al riparo da possibili danni e offrire loro opportunità di crescita.

Con l’aiuto di animatori e di altre presenze, i Salesiani cercano di stimolare gli allievi a scoprire i loro talenti e ad utilizzarli per la propria realizzazione e progresso. Il loro obiettivo principale, come in tutte le altre presenze salesiane, è formare buoni cristiani e onesti cittadini.

Nel 2014 su richiesta dell’Arcivescovo Cremona, i Salesiani hanno rilevato la Cappellania mcast (Colleggio Maltese dell’Arte, Scienze e Tecnologia) per raggiungere 7000 studenti e 1000 dipendenti in sei sedi a Malta e Gozo. Oggi ci sono cinque confratelli che formano l’équipe della Cappellania Salesiana al mcast, quattro della comunità di Senglea e uno di stanza a Sliema, con un certo numero di studenti mcast che fanno tirocini pratici direttamente a St Philip’s, a Senglea.

Il 9 luglio 2018, durante la sezione estiva del Consiglio Generale Salesiano, il Rettor Maggiore Don Angel Fernandez Artime, con il consenso del suo consiglio elevò la presenza Salesiana a Malta a Visitatoria sotto il patrocinio di Maria Aiuto dei Cristiani. Padre Paulo Formosa exallievo del Savio College, è il superiore della Visitatoria.  

Per saperne di più

A fine anno sarà pubblicato in inglese il libro The Salesians of Don Bosco in Malta and Gozo, la storia dei Salesiani nell’arcipelago maltese, scritta da monsignor Giuseppe Bezzina, ex-capo del Dipartimento di Storia Ecclesiastica, di Patrologia, e Archeologia Paleocristiana all’Università Statale di Malta e, da quarant’anni, docente di Storia Ecclesiastica al Seminario Vescovile dell’isola di Gozo. La redazione di questo magnum opus è sotto la guida di don Charles Cini sdb.

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