I FIORETTI DI DON BOSCO
B.F.
L’imboscata
Don Bosco faceva un gran bene e i nemici si moltiplicavano. Dovevano eliminarlo, sorprenderlo da solo, nel quartiere più pericoloso della città. In che modo?
«Un prete non può rifiutarsi dinanzi ad un moribondo che lo chiama per i Sacramenti» pensano. Chiamano don Bosco. Don Bosco diffida (e ne ha motivo!). Prende con sé quattro ragazzoni, solidi e robusti. Arrivano in un tugurio in cui sono radunati dei bevitori che fanno fracasso, straordinariamente allegri: «Reverendo, un goccio?»
«No grazie!» risponde don Bosco. Gli versano ugualmente un bicchiere di vino. Ma egli si accorge subito che hanno preso il vino da una bottiglia messa in disparte. Alza il bicchiere, brinda e lo ricolloca sul tavolo senza averlo bevuto.
Gli altri, subito minacciosi, esclamano: «Questo è un affronto! Lei deve berlo!» Lo circondano.
Don Bosco balza verso la porta, la spalanca. I quattro giovanotti entrano nella stanza. Subito finiscono le minacce. Ma don Bosco vuol andare fino in fondo, avere il cuore pulito. «Conducetemi dal moribondo». Il moribondo stava bene, anzi troppo bene.
Don Bosco aveva prudenza, prontezza di spirito e sangue freddo. Quel genere di appuntamenti con la morte non turbarono mai il suo gran cuore.
Quei criminali non avevano una gran fantasia. E ci riprovarono. Chiamarono ancora una volta don Bosco per amministrare l’Olio Santo ad un moribondo. Questa volta era una donna che domandava di morire in pace con il Cielo. Naturalmente era notte e don Bosco, naturalmente, era in stato di allerta. Era appena sfuggito alla morte. Perciò portò con sé i suoi quattro robusti giovanotti. Ancora un quartiere solitario e una casa isolata. Senza dubbio, era un trabocchetto. La moribonda non era che un pretesto. Ma non si sa mai… e don Bosco entrò.
C’era, è vero, una donna a letto che rantolava. Ma quattro tipacci armati di randelli facevano una strana guardia all’ammalata. Accoglienza inquietante, che allarmò subito don Bosco. Tanto più che era buio, e c’era solo una candela accesa.
Si avvicinò al letto: «Allora, brava donna, ci mettiamo a posto con Dio?»
E l’altra, senza più rantolare: «Sì, ma prima voglio che mio cognato, quella canaglia che vedete lì, mi domandi perdono; poi vedremo».
L’indiziato, «quella canaglia», rispose. L’altra lo insultò. La finta collera salì (almeno sembrò salire); l’uomo furioso, con un rovescio della mano, abbatté la candela. Si piombò nel buio.
E subito quattro randelli entrarono in gioco, ma su don Bosco.
Don Bosco se lo aspettava. Prese subito una sedia e se ne fece scudo. I colpi si abbatterono sulla sedia fracassandola. Don Bosco fuggì verso la porta, arrivarono i suoi giovani che fecero quadrato intorno a lui.
Arrivò a casa insanguinato, ma la testa era intatta. La sedia l’aveva protetto bene; le doveva la vita.
Solo la mano che la reggeva era ferita. Un colpo l’aveva sbucciata fino all’osso. Tutto sommato, se l’era cavata molto bene…