La Buonanotte
B.F. Disegno di Fabrizio Zubani
L’eremita e l’orcio dell’olio
C’era una volta un eremita che viveva in un villaggio. Ogni giorno la gente del villaggio gli dava tre pagnotte, un po’ d’olio e un po’ di miele. E con queste poche cose l’eremita riusciva a campare. Anzi, poiché era molto frugale, l’olio non lo usava neppure tutto, e lo conservava in un orciolo che teneva sopra il suo letto di paglia. Quando l’orciolo fu pieno, l’eremita cominciò a pensare che cosa farne:
«Venderò l’olio e mi comprerò una pecora. La pecora farà degli agnellini, e quando questi agnellini saranno cresciuti, faranno a loro volta altri agnelli, e in questa maniera io finirò per avere un intero gregge. Allora comprerò una grande casa e molti servi, e sposerò la figlia del mercante Abù Kir. Preparerò un festino di nozze come mai se ne sono visti prima. Ammazzerò buoi, pecore, galline e piccioni. Comprerò dolci e vino. Assolderò attori, artisti e musicanti. Comprerò fiori e profumo. Inviterò ricchi e poveri, governanti e sudditi, e manderò dovunque un araldo che annuncerà: “Chiunque abbia bisogno di qualcosa, si faccia avanti e prenda quel che vuole!”. Ed io la smetterò di fare l’eremita. Col tempo mi nascerà un figlio. Lo alleverò e lo educherò; se sarà buono lo loderò e premierò, se sarà cattivo, prenderò un bastone e gliele suonerò di santa ragione…».
Così dicendo l’eremita afferrò un bastone e lo alzò per far vedere come lo avrebbe usato: il bastone urtò l’orciolo dell’olio che stava sopra il letto, l’orciolo cadde, si ruppe e tutto l’olio si versò sulla testa dell’eremita.