BS Settembre
2022

COME DON BOSCO

PINO PELLEGRINO

LE MALATTIE DELL’EDUCAZIONE 8 - La sindrome del retrovisore

I genitori e gli educatori ammalati di malattia del retrovisore non si avvedono delle grandi opportunità educative nascoste nei ragazzi d’oggi e rimpiangono quelle delle generazioni passate. 

Dobbiamo sbarazzarci al più presto della presbiopia pedagogica tutta proiettata sul passato. Non ha senso illudersi di guardare avanti, fissando uno specchietto retrovisore. Lo scrittore Cesare Marchi, a proposito dei passatisti, era molto caustico: “Ai miei tempi!”, il padre dice al figlio. “Ai miei tempi!”, il nonno diceva al padre. “Ai miei tempi!”, il bisnonno diceva al nonno. Andando avanti in questi sospiri in retromarcia, risulterebbe che l’umanità non abbia fatto altro che peggiorare e che la stagione più felice sia stata quella delle caverne e delle palafitte!”

La presbiopia la si sconfigge cambiando lo sguardo sui giovani d’oggi!

Dunque, buttiamo nel cestino della carta straccia le etichette appioppate ai nostri ragazzi: adolescenti senza valori, aggressivi, facili, irrazionali, che sballano facilmente. Parole definitive che bloccano ogni slancio. Un saggio proverbio cinese: “Credendo nei fiori, si fanno sbocciare”.

È provato che gli insegnanti che credono nei loro ragazzi, che attendono tanto da essi, hanno, come risposta, prestazioni superiori a quelle date ad insegnanti pessimisti, freddi, poco fiduciosi.

Una storia vera:

Mariapia fu assegnata al corso del sobborgo a metà dell’anno. Tutto quello che le aveva detto il preside era che il precedente insegnante era partito all’improvviso, e che si trattava del corso degli studenti “speciali”. Entrò in un bailamme, sputi che volavano per aria, piedi sui banchi, un rumore assordante. Raggiunse a grandi passi il suo posto di fronte alla classe e aprì il registro. Vicino a ogni nome c’erano numeri dal 140 al 160. Oh, pensò fra sé e sé, non stupisce che siano così vivaci. Questi ragazzini hanno quozienti d’intelligenza eccezionali. Sorrise e li riportò all’ordine.

All’inizio, gli allievi stentavano a mettersi al lavoro, e i compiti che venivano consegnati erano fatti in fretta e sciattamente.

Lei parlò loro della loro innata capacità di eccellere, di quanto fossero dotati e disse che non si sarebbe aspettata niente di meno del meglio, da loro. Ricordò loro continuamente la responsabilità che avevano, essendo stati dotati da Dio di intelligenze extra.

Le cose iniziarono a cambiare. Sedevano eretti e lavoravano con diligenza. Il loro lavoro era creativo, preciso e originale. Un giorno capitò che il preside passando gettasse un’occhiata nella classe. Osservò gli studenti assorti nella composizione dei temi.

Più tardi, convocò Mariapia nel suo ufficio. «Che cosa ha fatto a quei ragazzini?» chiese. «Il loro lavoro ha superato quello di tutte le classi normali».

«Ebbene, che cosa si aspettava? Sono dotati in modo particolare, no?».

«Dotati? Sono studenti con esigenze speciali: ritardati e con disturbi comportamentali».

«Allora perché sul registro sono segnati quozienti intellettivi così alti?».

«Quelli non sono i loro quozienti d’intelligenza. Sono i numeri dei loro armadietti!».

La temperatura giusta

Il grande direttore d’orchestra Salvatore Accardo racconta d’essere stato sorpreso dalla serietà e dalla disciplina di un gruppo di ragazzi dai dodici ai sedici anni. “Prove di quattro ore, concentrazione massima, volontà di mettere in pratica i suggerimenti tecnici e musicali che davo: una sinfonia di Mozart, un concerto per due violini di Vivaldi, la suite della Carmen di Bizet e le due romanze per violini e orchestra di Beethoven, di difficilissima esecuzione anche per orchestre molto famose.

Ho avuto l’impressione che la capacità di apprendimento dei ragazzi non abbia limiti!”.

Cambiare punto di vista sui ragazzi d’oggi non è da ingenui. Anche oggi i ragazzi sono preziosi portatori di valori. Intanto è subito evidente che la giovinezza stessa è un valore in sé, come la primavera.

Il professor Enrico Medi dichiarò: “Oggi i giovani stanno facendo le mura e i pavimenti della futura casa degli uomini: è naturale che il rumore e la polvere siano assordanti e accecanti. Aspettate che il lavoro abbia raggiunto la sua compiutezza e vedremo come l’abitazione sarà più accogliente e la vita in essa più bella e serena”.

I giovani con la loro risonanza emotiva sensibilissima e vibrante mantengono la temperatura giusta alla Terra: senza i giovani il mondo avrebbe freddo! Il professor Armando Matteo trova nei giovani d’oggi almeno sei risorse:

L’alto apprezzamento dell’amicizia, la coltivazione della bellezza, l’amore per la musica, una crescente sensibilità ecologica, il pensiero che, se Dio esiste, deve essere il Dio della Festa, il forte senso della giustizia.

Alle sei risorse scoperte, ne aggiungiamo una settima: i nostri ragazzi sono multitasking: riescono, cioè a fare più cose in contemporanea: rispondere al telefonino, prendere appunti, guardare la televisione, mangiare, parlare….

Non è sufficiente tutto questo per farci tifare per i giovani, per scommettere su di essi?   

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