IL TEMPO DELLO SPIRITO
CARMEN LAVAL
La vocazione non finisce mai
La vocazione non finisce mai
La meravigliosa storia di Maria Cristina Mocellin.
Maria Cristina nasce a Monza il 18 agosto 1969. Trascorre serenamente gli anni della sua fanciullezza e adolescenza in famiglia, a Cinisello Balsamo, con mamma Caterina, papà Giuseppe e il fratello Daniele. Già da ragazza frequenta assiduamente l’oratorio della vivace comunità cristiana della Sacra Famiglia in Cinisello. Qui incontra le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Con entusiasmo si impegna come catechista e animatrice dell’oratorio, rivelando un carattere forte e coerente. Frequenta il liceo linguistico “Regina Pacis” a Cusano Milanino; qui conosce la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Inizia a pensare alla consacrazione religiosa.
Nel 1985, durante una vacanza estiva a Valstagna, paese dei suoi nonni, conosce Carlo Mocellin: capisce, dopo qualche tempo, di essere innamorata di lui. Del periodo dell’innamoramento e del successivo fidanzamento, collaudato da oltre 250 chilometri di distanza, resta un intenso epistolario indirizzato a Carlo, nel quale Cristina a poco a poco gli fa intravedere tutta la sua ricchezza spirituale.
Tra i due si stabilisce una profonda intesa spirituale, resa ancor più stabile dal sarcoma a una gamba che costringe Cristina ad una dolorosa operazione e ad una ancor più dolorosa terapia, che tuttavia sembra aver debellato il male e permette ai due di progettare la loro vita insieme.
Sposa Carlo il 2 febbraio 1991 e si trasferisce con lui a Carpanè, in Valsugana. Dopo la nascita di Francesco e Lucia, mentre è in attesa del terzo figlio, Maria Cristina è di nuovo colpita dal tumore nella stessa gamba.
D’accordo con il marito, accetta di sottoporsi solo ai trattamenti che non mettono a rischio la vita del nascituro, Riccardo, che viene alla luce il 28 luglio 1994. Riccardo nasce sano e vispo e Cristina gli scrive anche una lettera, che consegna al marito con l’incarico di fargliela leggere quando ne sarà capace.
La chemioterapia inizia subito dopo il parto, quando però il sarcoma ha già compiuto la sua devastazione e non c’è più nulla da fare. Cristina, pur desiderando guarire e sperando nel miracolo, continua a fidarsi di Dio: «Credo che Dio non permetterebbe il dolore, se non volesse ricavare un bene segreto e misterioso, ma reale. Credo che non potrei compiere nulla di più grande che dire al Signore: Sia fatta la tua volontà. Credo che un giorno comprenderò il significato della mia sofferenza e ne ringrazierò Dio. Credo che senza il mio dolore sopportato con serenità e dignità, mancherebbe qualcosa nell’armonia dell’universo». Si spegne il 22 ottobre 1995, ad appena 26 anni, non prima di aver dato appuntamento al marito Carlo nell’eternità.
Il 30 agosto 2021 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui è stata dichiarata Venerabile. Le spoglie mortali di Maria Cristina riposano nella cappella dei sacerdoti del cimitero di San Nazario, frazione del comune di Valbrenta.
Maria Cristina è morta per voler essere mamma fino in fondo, rimandando a dopo il parto le cure cui avrebbe dovuto sottoporsi per contrastare il sarcoma. Il gesto, di per sé eroico, si è comunque rivelato l’apice di un eccezionale cammino di fede, dato che la santità non è mai un punto ma sempre una linea e l’eroismo non lo si può mai improvvisare.
Il 30 agosto 2021, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Maria Cristina Cella Mocellin veniva dichiarata Venerabile.
Lettera al figlio Riccardo
dall’ospedale di Bassano del Grappa, 24 settembre 1995
Caro Riccardo,
tu devi sapere che non sei qui per caso.
Il Signore ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che c’erano.
Papà e mamma, puoi ben capire, non erano molto contenti all’idea di aspettare un altro bambino, visto che Francesco e Lucia erano molto piccoli.
Ma quando abbiamo saputo che c’eri, t’abbiamo amato e voluto con tutte le nostre forze.
Ricordo il giorno in cui il dottore mi disse che diagnosticava ancora un tumore all’inguine.
La mia reazione fu quella di ripetere più volte:
“Sono incinta! Sono incinta! Ma io dottore sono incinta!”
Per far fronte alle paure di quel momento ci venne data una forza smisurata di volontà di averti.
Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro.
Riccardo, sei un dono per noi.
Fu quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti muovesti per la prima volta.
Sembrava che mi dicessi “grazie mamma che mi vuoi bene!”
E come potevamo non volertene?
Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un figlio.
Il Signore ha voluto ricolmarci di gioie: abbiamo tre bambini stupendi, che se Lui vorrà, con la sua grazia, potranno crescere come Lui vuole.
Non posso che ringraziare Dio, perché ha voluto fare questo dono grande che sono i nostri figli: solo Lui sa come ne vorremmo altri, ma per ora è davvero impossibile.
Grazie Signore.
Per maggiori informazioni:
Associazione “Amici di Cristina”
Piazza Sacra Famiglia 1,
Cinisello Balsamo (MI)
www.mariacristinacellamocellin.it
amicidicristinaonlus@gmail.com