FMA
EMILIA DI MASSIMO
La nostra mamma di Barcellona
La scuola Santa Dorotea a Barcellona, Spagna, una scuola dinamica, vivace e ben organizzata, è un dono del grande cuore della Cooperatrice salesiana Venerabile Dorotea de Chopitea.
La missione educativa delle suore, come anche dei Salesiani, in genere ha “dietro le quinte” la presenza operativa di grandi benefattori che talvolta restano sconosciuti, pertanto abbiamo voluto chiedere sia a suor Maria Rosa Olivella sia a suor Elsa Franco di raccontarci le vicissitudini che ci sono all’inizio della loro opera e soprattutto chi c’è. Ci dicono che in quanto narrano occorre saper cogliere le tracce della Provvidenza che comunque conduce e realizza i suoi disegni, anche se non sempre siamo in grado di accorgercene.
Dorotea de Chopitea, illustre signora della Barcellona dell’Ottocento, è strettamente legata all’arrivo dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Spagna, in particolare a Barcellona; è una donna ricca, moglie di un banchiere, dedica la sua vita e la sua immensa fortuna all’edificazione di istituzioni nella città: asili nido, scuole, ospedali. Comprende che i poveri hanno bisogno più di queste istituzioni che di elemosina. Nel 1884 fonda la prima scuola professionale salesiana a Sarriá: chiedendo, insistendo, pagando e prendendosi cura dei ragazzi.
Dorotea conosce da tempo la Congregazione femminile della Famiglia salesiana, ha letto un opuscolo su don Bosco ed il suo lavoro pubblicato in Andalusia nel quale si parlava anche delle Figlie di Maria Ausiliatrice; la donna valorizza l’eccellenza della loro missione educativa a tal punto da chiedere a don Cagliero (direttore spirituale della Congregazione) di far venire a Barcellona le “sorelle aiutanti” per prendersi cura dei detenuti e per aprire un asilo. Insiste molte volte, ci sono 60 bambini interni da educare, ma non ha risposta. Senza aspettare la conferma comincia a cercare una casa e a procurarsi l’autorizzazione del Vescovo, ciò che non è così facile da ottenere.
Don Bosco giunge a Barcellona nel 1886 e, da brava Salesiana cooperatrice, Dorotea insiste di nuovo per avere l’intera presenza dei componenti della Famiglia Salesiana.
Il segretario di don Bosco, don Branda, racconta un dettaglio importante: don Bosco, passeggiando, indica una casa adiacente all’edificio e pensa di destinarla alle suore, ne ordina immediatamente l’acquisto ma subentrano alcune difficoltà.
Sono davvero coincidenze?
La casa, chiamata Torre Gironella, appartiene al signor Clavé i España, un ricco mercante che non vuole assolutamente venderla in quanto vi trascorre il riposo estivo. Nonostante ciò, nel 1886 stesso don Bosco decide che le Figlie di Maria Ausiliatrice vengano a Barcellona e collaborino con i Salesiani. A Nizza le suore iniziano ad imparare la lingua spagnola.
Dunque i problemi si sono risolti? Niente affatto: occorre ancora trovare una casa ed il permesso del Vescovo, il quale non desidera più Congregazioni femminili nella sua diocesi. Eppure entrambe le difficoltà hanno un esito positivo: il Vescovo cede alla richiesta ed una casa viene affittata nei dintorni della Gironella.
Il 18 ottobre del 1886 quattro suore partono da Torino con la Madre generale, suor Caterina Daghero, e con suor Elisa Roncallo; al loro arrivo l’accoglienza è analoga a quella riservata alle grandi personalità: carrozze, visita alla città, cena di gala.
Inizialmente le Figlie di Maria Ausiliatrice si dedicano all’educazione dei ragazzi interni alla casa dei Salesiani; contemporaneamente si verifica una singolare coincidenza: muore inaspettatamente il proprietario della Torre Gironella, la casa passa alla figlia Emilia, sposata con Casimiro Girona, banchiere cattolico e collaboratore dei Salesiani, ma i coniugi non vogliono vendere la casa. Don Branda insiste per acquistarla, si affida a Maria Ausiliatrice ed alla fine il signor Girona gli lascia la Torre Gironella per meno della metà della cifra precedentemente pattuita. Il costo è di 70 000 pesetas da pagare in contanti; don Branda si reca da Doña Dorotea e le racconta la situazione. Lei si commuove e piange: in precedenza ha depositato 70 000 pesetas in banca nel caso avesse avuto imprevisti quando sarebbe stata anziana ma, afferma, “Il Signore vuole che muoia veramente povera”.
Il 17 marzo 1887 l’atto viene firmato: 75 000 pesetas in contanti ed un’altra parte da versare dopo quattro anni. Vengono prese le disposizioni necessarie ed il primo maggio 1887 la Torre Gironella riceve la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice, avranno anche una cappella, un giardino ed un frutteto.
Il 24 maggio si celebra la prima grande festa di Maria Ausiliatrice; “Non c’è altra casa nell’Istituto che dimostri l’intervento di Maria come quello di Sarrià”, asserisce don Branda. Ma suor Maria Rosa e suor Elsa concordano che il vero e grande miracolo concesso da Maria è stato quello di aver dato a Doña Dorotea il coraggio di donare tutto, di vivere in povertà sino alla fine della sua vita.
Attualmente la Torre Gironella è una casa che accoglie gruppi di formazione e della Famiglia Salesiana, la comunità delle nove suore vive nella casa adiacente e gestisce il Colegio Santa Dorotea, così intitolato perché ricordi perennemente l’insostituibile aiuto che ha dato questa grande donna. La missione educativa che le suore svolgono è prevalentemente scolastica ma non mancano altre attività alle quali si dedicano con passione e professionalità.