FMA
Emilia Di Massimo
Inversione di rotta
I primi missionari salesiani erano partiti dall’Italia per l’Argentina. Suor Valeria Beatriz Vasquez ha fatto il viaggio all’incontrario.
“Ho vissuto un’esperienza profondamente ricca, carica di novità, anche se complessa e difficile. Il progetto mi piaceva molto, la famiglia salesiana lo aveva assunto con uno sguardo attento ai segni dei tempi e lungimirante, con speranza e fiducia. Le radici erano nel lontano 1875, quando dal porto di Genova sono partiti i primi missionari e missionarie di don Bosco e di madre Mazzarello per la Patagonia, la terra sognata dal santo dei giovani. Io sono arrivata in Italia nel luglio del 2016 per svolgere la missione con i migranti in Liguria, esattamente a Sampierdarena come un segno di riconoscenza e di profezia perché il 14 di novembre del 2017 si celebravano i 140 anni della prima spedizione delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si sono recate in Patagonia per prendersi cura degli immigrati italiani in Argentina. Oggi il viaggio è in senso contrario: dalla Patagonia, da tante altre parti del mondo, arrivano in Italia tante Salesiane per porsi accanto agli immigrati”.
Missione Italia
Inizia così l’incontro con suor Valeria Beatriz Vasquez, argentina, la quale è arrivata a Genova- Sampierdarena con il cuore pieno di emozioni, di gioia e di fiducia, i giusti ingredienti per rendere possibile e concreta la missione che le ha richiesto di essere disponibile per compiere svariati servizi, soprattutto per imparare la lingua e la cultura italiana. “Ho cercato di essere aperta alla novità del quotidiano con entusiasmo e passione missionaria anche se nel cuore avevo tanta nostalgia della mia terra. Con piccoli passi, semplici ma concreti, insieme al gruppo di lavoro abbiamo cercato di integrare le varie culture presenti nel territorio con la consapevolezza che nessuno deve dimenticarsi da dove arriva ma semplicemente e con rispetto è necessario che si apra alla ricchezza della terra che lo accoglie. Sampierdarena è davvero una casa per tutti, chi arriva vi rimane con il cuore, è un’esperienza che allarga gli orizzonti e rende limpido lo sguardo sulla realtà, sulle persone”.
Suor Valeria non è stata solo a Sampierdarena, dopo due anni ha trascorso un anno a Carrara, dove ha lavorato con i bambini delle famiglie straniere; la povertà, la semplicità e il grande affetto che le hanno dimostrato le ha riempito il cuore, infatti ci dice che “loro sono stati e sono tuttora i miei grandi maestri di vita, con loro la nostalgia che avevo della mia terra è scomparsa immediatamente”. Un’altra condivisione importante è stata quella vissuta al centro giovanile diocesano “I giovani al centro”: con loro suor Valeria ha potuto sperimentare la ricchezza del carisma salesiano che, tradotto essenzialmente in amorevolezza educativa, fa incontrare la presenza di Dio nel prossimo.
Qual è la destinazione
Il viaggio missionario continua per suor Valeria, segue l’inversione di rotta carismatica. “Da due anni sono in Sardegna, una terra bella, accogliente e generosa. La Diocesi di Ales Terralba mi ha chiesto di svolgere il servizio di direttrice dell’ufficio missionario. Il direttore della Caritas aveva chiesto alla nostra Madre generale una Salesiana che potesse collaborare nell’ambito dell’associazione, precisamente nell’ “area giovane” ed anche nel Centro Culturale di alta formazione della diocesi. Attualmente realizzo diverse attività nell’ambito socio-educativo, sia con i bambini sia con i giovani, collaborando con le parrocchie. Durante la pandemia la missione è stata un po’ faticosa, tuttavia abbiamo sempre continuato ad essere vicini ai bambini, ai ragazzi, alle persone più fragili ed in situazione di emarginazione come lo sono i giovani di una comunità terapeutica per tossicodipendenti e le famiglie di un campo Rom”.
Suor Valeria non pensa di fare grandi cose, semplicemente cerca di vivere l’amore e l’audacia del carisma salesiano, con fedeltà a Dio e al prossimo; è attenta ai segni del tempo per rispondere con creatività ai bisogni del presente, partecipa attivamente ovunque venga invitata perché crede che la spiritualità salesiana sia una grande ricchezza da condividere, far conoscere, espandere.
Le chiediamo qual è la motivazione principale che sostiene la sua passione missionaria. “La sensibilità per il dolore, la solitudine degli altri mi spinge ad essere coraggiosa e a fare con libertà ciò che richiede la carità, al di là che non sempre sia capita, comunque porto nel cuore un sogno: testimoniare concretamente Colui nel quale credo. Sono convinta che l’Italia sia una terra di missione, colgo nelle persone il desiderio di incontrarsi con le radici cristiane che appartengono loro storicamente, di ravvivare la fede. Mi accorgo che c’è sensibilità verso Dio, in particolar modo quando nell’incontro con l’altro, con tante persone che giorno dopo giorno mi aiutano e che condividono con me la missione che mi è stata affidata, d’altronde condividere ciò che siamo e abbiamo con semplicità di cuore è la più grande ricchezza umana che possiamo vivere”.
Dall’Italia alla Patagonia e viceversa, ma solo geograficamente: la passione missionaria è la stessa perché “La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”.