BS Aprile
2023

** Coloro che ricevessero grazie o favori per intercessione dei nostri beati, venerabili e servi di Dio, sono pregati di segnalarlo a postulatore@sdb.org. ** Per la pubblicazione non si tiene conto delle lettere non firmate e senza recapito. Su richiesta si potrà omettere l'indicazione del nome.

I NOSTRI SANTI

A CURA DI PIERLUIGI CAMERONI, postulatore generale

Il Santo del mese - Il Venerabile Francesco Convertini

In questo mese di aprile preghiamo per la beatificazione del Venerabile Francesco Convertini, salesiano di Don Bosco.

Francesco Convertini nacque in contrada a Locorotondo (Bari) il 29 agosto 1898 da una famiglia povera che lo avviò ai lavori manuali ancora piccolo. Perse il padre quando aveva neppur due mesi di età, e sua madre, dopo essersi risposata, morì quando Francesco aveva undici anni. Appena diciottenne fu chiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918), fu fatto prigioniero ed internato in un campo di concentramento in Polonia. Terminata la guerra fu liberato ma con il retaggio della meningite; una volta guarito decise di entrare nella Guardia di Finanza a Torino dove, per la grande devozione alla Madonna, andò a confessarsi nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

La Provvidenza volle che il confessore fosse don Angelo Amadei, il secondo grande biografo di don Bosco. Don Angelo divenne la guida spirituale del giovane Francesco Convertini e lo entusiasmò tanto all’ardore dei missionari salesiani, che partivano per l’India, che Francesco intraprese gli studi tra i Salesiani nell’Istituto missionario di Ivrea. Dopo aver ricevuto il crocifisso da don Rinaldi, il 7 dicembre 1927, si imbarcò per raggiungere l’India.

Fu formato da santi salesiani: novizio a Shillong con il Venerabile Stefano Ferrando (1895-1978), discepolo del Servo di Dio don Costantino Vendrame (1893-1957), con il quale sperimentò il contatto vivo con la gente, percorrendo centinaia di chilometri a piedi, di villaggio in villaggio, entrando nelle case, per raccontare, a piccoli e grandi, la vita e le opere di Gesù. Con difficoltà riuscì a compiere gli studi filosofico-teo­logici, e fu ordinato sacerdote nel giugno del 1935.

Il nuovo vescovo, monsignor Stefano Ferrando lo inviò nella nuova missione di Krishnagar nel Bengala, e anche se non riuscì mai a possedere bene la lingua bengalese, nessuno ebbe tanti amici come lui. Don Convertini guadagnò anime per Cristo mediante la preghiera, la predicazione e il sacrificio. Il vescovo e i sacerdoti, le suore e i laici, tutti lo volevano come confessore, perché trovavano in lui la personificazione della misericordia di Dio. La sua povertà era proverbiale: nato povero, rimase povero come la sua gente; spesso camminava a piedi nudi e dormiva sempre sulla nuda terra.

Don Francesco Convertini era un uomo buono e la sua amorevolezza salesiana gli apriva il cuore e le case della gente; si donava indistintamente a tutti, cristiani, indù e musulmani, e da tutti fu amato e venerato come maestro di vita interiore e molti lo ritenevano “un profeta e un santo”. Morì l’11 febbraio 1976 mormorando: “Madre mia, io non ti ho mai dispiaciuto in vita. Ora aiutami Tu!”. È stato dichiarato Venerabile da papa Francesco il 20 gennaio 2017

Preghiera

Signore, che hai suscitato

il Venerabile Francesco Convertini,

discepolo fedele del Maestro delle Beatitudini

e missionario del Vangelo della gioia,

donandogli il sorriso puro di un bambino,

un cuore mite verso tutti i fratelli cristiani, indù e musulmani,

e mani distaccate dai beni terreni

per servire i poveri, donaci di imitare le sue virtù

e concedici, per sua intercessione,

la grazia… che con fede ti chiediamo.

Per Cristo nostro Signore.

Amen

Ringraziano

Sabato 30 ottobre 2021 nel pomeriggio mi accingo a potare la siepe del giardino di mio figlio utilizzando una scala a pioli in ferro con un’asta posteriore per la tenuta. Avevo appena iniziato quando l’asta che sostiene la scala scivola ed io perdo l’equilibrio e cado a terra picchiando la testa violentemente sull’asfalto. La caduta avvenuta da un’altezza di circa 2 metri mi ha provocato una ferita alla testa con conseguente abbondante fuoriuscita di sangue e lividi sulla schiena con indolenzimento del collo e della schiena. Non riu­scivo più ad alzarmi muovendo con difficoltà corpo e gambe. La strada comunale è scarsamente percorsa da auto o da persone tranne durante l’estate che vi è un sostenuto passaggio di ciclisti. Quella sera, casualmente, dopo pochi secondi passa un’auto dalla quale scendono un signore e una signora. Lui chiama subito l’ambulanza e lei, saputo che abitavo nella casa adiacente il giardino, avvertì mia moglie e mio figlio e continuò a tenermi sveglio con una serie di domande facendo in modo che non mi appisolassi fino all’arrivo dell’ambulanza, che giunse dopo un quarto d’ora. Questi signori mi dissero che erano di Edolo e avevano sbagliato strada per recarsi al cimitero di Vervio dove è sepolta una loro zia e si trovavano casualmente a percorrere quella strada poco frequentata. Casualità o preciso destino? Sono stato portato all’ospedale di Sondalo dove dopo tutti gli accertamenti diagnostici e suturata la ferita alla testa mi hanno ricoverato in osservazione per 3 giorni continuando a tenermi monitorato. Ripercorrendo quanto accaduto e visto che tutto sommato mi era andata bene ho pensato che a salvarmi sia stata una grazia del venerabile don Giuseppe Quadrio. Tutte le sere mi rivolgo con la preghiera a Lui dedicata chiedendogli la grazia della salute spirituale e materiale. Da molti anni mi occupo nel ricordare annualmente la sua fulgida figura e Lui mi ha beneficiato con questa grazia.

Guido Visini

 

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