I NOSTRI SANTI
A CURA DI PIERLUIGI CAMERONI, postulatore generale
Il Santo del mese - Beata Maria Romero Meneses
In questo mese di maggio preghiamo per la Canonizzazione della Beata Maria Romero Meneses, Figlia di Maria Ausiliatrice
Maria Romero Meneses nasce a Granada di Nicaragua (Centro America) il 13 gennaio 1902 da famiglia borghese, nella quale impara sin da piccina una delicata sensibilità verso i poveri, e in genere verso le sofferenze altrui. A ventun anni emette la professione religiosa nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel nome di questa sua Madre e “sua Regina” – come ama invocare la Madonna – condurrà una instancabile attività apostolica, dando vita a grandiose opere sociali in Costa Rica, dove è inviata dopo la professione religiosa. Le sue sollecitudini sono anzitutto per la promozione e l’educazione cristiana delle giovani, delle donne e specie delle mamme, portando aiuto materiale ed evangelizzazione alle famiglie povere della periferia urbana e dei villaggi, afflitte da disagio economico e da decadimento morale; cura l’alfabetizzazione e la catechesi per i più poveri ed una capillare istruzione religiosa per tutti. La sua attività senza soste non le impedisce di vivere nella preghiera momenti di profonda intimità, di adorazione intensa e di vera elevazione mistica, come traspare da molti suoi scritti occasionali, veri “appunti dell’anima”. Quando finalmente suor Maria decide di prendersi un periodo di riposo, si spegne improvvisamente per passare al riposo senza fine nell’“eterno abbraccio” del suo Signore. È il 7 luglio 1977. Il santo padre Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 14 aprile 2004.
Preghiera
O Dio, fonte di ogni consolazione,
che sempre ci vieni incontro con i molteplici doni del tuo amore,
per intercessione della beata Maria [Romero], vergine,
concedi a noi di sperimentare la dolcezza delle consolazioni
dello Spirito per diffondere in cristiana letizia i doni della tua bontà.
Per il nostro Signore.
Ringraziano
Con mia moglie ci siamo entrambi ammalati di COVID. Ringraziando Dio, dopo un mese abbiamo cominciato a uscire da questa patologia, benché l’astenia sia stata grande. I primi giorni della nostra malattia, stavamo piuttosto male e decisi di chiedere un Aiuto: a don Bosco, a Maria Ausiliatrice, ma anche e fortemente al Venerabile Attilio Giordani. Era stato mio educatore all’oratorio Sant’Agostino di Milano e ricordo bene la sua figura magra, sempre in movimento, sempre attenta a noi ragazzini, anche quando ci vendeva la mitica “spuma”. Nel giro di un paio di giorni le nostre condizioni sono nettamente migliorate: il decorso è stato lungo, ma abbiamo superato la fase più acuta. Sono riconoscente ad Attilio, vorrei andare più spesso nella chiesa di S. Agostino (la mia parrocchia da ragazzo) per pregare per lui, anche se certamente è già stato accolto da don Bosco e Maria Ausiliatrice. È una piccola segnalazione fatta per gratitudine verso don Bosco e verso chi, nel suo nome, è stato un vero educatore.
Dott. Maurizio Bruni – Milano
Più di 28 anni fa ho vissuto una tristissima vicenda familiare. Mia madre si era gravemente ammalata e le era difficile andare a lavorare, rischiava il licenziamento; purtroppo in quel periodo particolare vivevamo del suo salario, tutta la famiglia. Una sera presa da notevole sconforto in ginocchio presi a pregare, le lacrime e i singhiozzi non avevano fine, quando vidi un’ombra e sentii una voce dolce, amorevole, dicendo di essere Teresa. Io pensai a Santa Teresa del Bambino Gesù; lei amorevolmente disse no; io pensai allora santa Teresa d’Avila; lei amorevolmente disse no, disse: “suor Teresa Valsè Pantellini”. Io restai ferma, sempre in ginocchio chiedendomi cosa mi stava succedendo, continuai con le lacrime e pregai un altro po’, poi mi alzai, ma ero frastornata, poiché non conoscevo questo nome, questa suora. Dopo un po’ di tempo le cose andarono un po’ meglio, incontrai persone che mi guidarono per poter migliorare la situazione, in cui era precipitata la mia famiglia. Dopo breve andai dal mio parroco, che mi aiutò a trovar lavoro per 1 mese a Gambarie dalle suore Salesiane. Io accettai; con dolore lasciavo i miei genitori, la mia famiglia, mio figlio piccolo, ma andai. Lavorai per 1 mese presso le suore Salesiane, amata e voluta bene. Arrivò l’ultimo giorno quando la suora più anziana mi disse che c’era da riordinare l’ultimo piano dell’Ostello; andai lì e vidi che c’erano degli opuscoli riguardanti suor Teresa Valsè Pantellini: io rimasi stupefatta, ero felice, colma di gioia: suor Teresa esisteva, poiché io della Famiglia salesiana conoscevo solo don Bosco, madre Mazzarello, Domenico Savio. Presi un opuscolo che ancor oggi conservo (come una reliquia), continuai a pregarla e le promisi che se la mia difficile situazione familiare si fosse risolta, qualora avessi avuto una figlia le avrei dato il suo nome, Teresa. Oggi ho una figlia di 28 anni che si chiama Teresa Esmeralda in ringraziamento, per non dimenticare mai ciò che mi è accaduto e ogni volta, in ogni necessità, la invoco e lei rapidamente mi è sempre vicina. Recentemente ho recitato la novena a suor Teresa Valsè Pantellini per delle persone a noi care colpite dal coronavirus che sono state preservate per sua intercessione.
Giuseppa Guarneri