I FIORETTI DI DON BOSCO
B.F.
Il ramo scolpito
Il giovedì di ogni settimana, Margherita va al mercato di Castelnuovo. Porta con sé due fagotti con i formaggi, i polli, le verdure da vendere. Torna con la tela, le candele, il sale, e qualche piccolo regalo per i figli, che quando il sole comincia a tramontare le vanno incontro, al galoppo giù per il sentiero.
Un giovedì, durante una tiratissima partita alla «lippa», il piccolo cilindro di legno finisce sul tetto.
«Sull’armadio della cucina ce n’è un altro» dice Giovanni. «Vado a prenderlo.»
Parte di corsa. L’armadio però è alto per lui, e deve montare su una sedia. Si alza sulla punta dei piedi, tende bene il braccio, e patatrac. Il vaso dell’olio che stava sull’armadio cade sul pavimento, si rompe, l’olio si allarga sulle mattonelle rosse.
Giuseppe, non vedendo tornare il fratello, arriva lui pure al galoppo. Vede il disastro, si porta la mano alla bocca:
– Chissà la mamma, stasera…
Tentano di rimediare. Prendono la scopa. I cocci si fa in fretta a raccoglierli. Ma la macchia d’olio è sempre lì, e si allarga come la paura.
Giovanni passa una mezz’ora in silenzio. Poi tira fuori di tasca il suo coltelluccio, va alla siepe, taglia un bel ramo flessibile e si mette in un canto a lavorarlo. Intanto lavora anche con la mente: studia le parole che dovrà dire alla mamma.
Alla fine la corteccia del ramo è tutta lavorata a fregi e disegnini.
Al tramonto, vanno incontro alla mamma. Giuseppe, incerto, rimane un po’ indietro. Giovanni invece corre:
– Buona sera, mamma. Come state?
– Bene. E tu, sei stato buono?
– Uhm mamma, guardate – e le porge il ramo tutto fregiato.
– Cos’hai combinato?
– Questa volta merito proprio che mi picchiate. Per disgrazia, ho rotto il vaso dell’olio.
Le racconta tutto d’un fiato, e conclude:
«Vi ho portato un bastone perché le merito proprio. Prendetelo, mamma.»
E le porge il ramo guardandola di sotto in su, con quegli occhi mezzo pentiti e mezzo furbi.
Margherita lo guarda qualche istante, poi scoppia in una risata. E ride anche Giovanni. La mamma lo prende per mano e vanno verso casa.
«Lo sai che mi stai diventando un furbone, Giovanni? Mi dispiace per il vaso dell’olio, ma sono contenta che non sei venuto a contarmi bugie. Però stai attento un’altra volta, perché l’olio costa caro.»
LIPPA
Il gioco è effettuato con due pezzi di legno, generalmente ricavati dai manici di una scopa, uno di circa 15 cm di lunghezza con le estremità appuntite, l’altro lungo circa mezzo metro. La tecnica consiste nel colpire con il pezzo lungo il pezzo piccolo su un’estremità per farlo saltare (questo il motivo delle estremità appuntite), quindi colpirlo. Il gioco consiste nel lanciare il pezzo piccolo quanto più lontano possibile.