La casa di Maria Ausiliatrice
Natale Maffioli
Il pulpito della Basilica
Come tanti altri arredi presenti nel Santuario, è in gran parte opera dei ragazzi dell’Oratorio. E don Bosco ne andava giustamente fiero.
Sono davvero pochi gli elementi che ancora sussistono nella basilica di Maria Ausiliatrice e che risalgono all’epoca di don Bosco: la grande pala dell’altare maggiore, opera di Tommaso Lorenzone, la pala dell’altare di S. Giuseppe, pure essa un lavoro del Lorenzone e la mensa dello stesso altare, alcuni affreschi nella cappella di San Domenico Savio e nella cappella di Santa Maria Domenica Mazzarello entrambi opera di Giuseppe Rollini e nulla più.
Trasformazioni successive hanno alterato di molto il ‘volto’ della chiesa come era stata voluta da don Bosco.
Ma questo non è stato un male anzi. I successori di don Bosco hanno migliorato la struttura e l’arredo spinti non dal desiderio di alterare ciò che avevano ricevuto ma di modificare per uno scopo: fare del santuario un monumento non solo all’Ausiliatrice ma allo stesso don Bosco.
Esiste però nella basilica un’altra opera, risalente alla fondazione e attualmente non più in uso ma molto importante quando la chiesa fu edificata: il pulpito.
Così lo descrive lo stesso don Bosco in una sua opera, una sorta di guida al santuario: “Il pulpito è assai maestoso; il disegno è parimenti del cav. Antonio Spezia; la scultura con tutti gli altri lavori sono opera dei giovanetti dell’Oratorio di san Francesco di Sales. La materia è di noce lavorata e le tavole sono ben connesse. La posizione del medesimo è tale, che da qualunque angolo della chiesa si può vedere il predicatore”.
E poi aggiunge una nota che dimostra quanto il nostro fosse grato a coloro che lo aiutarono nella fondazione della chiesa: “Questo è dono di una patrizia Torinese”.
Si diceva altrove che don Bosco non aveva soldi da spendere per gli interventi suntuari nella sua chiesa, ecco allora che si avvaleva del lavoro dei ragazzi dell’oratorio; già dal 1856 era in funzione un laboratorio di falegnameria, i ragazzi imparavano il mestiere, sotto la guida di un salesiano, e producevano, come nel nostro caso, oggetti di uso per la casa e doveva essere un laboratorio funzionante al meglio se lo stesso don Bosco tesse le lodi alle opere di scultura presenti sul pulpito.
La struttura del pulpito è quella tradizionale, ancorato ad uno dei pilastri della cupola con una piattaforma destinata ad ospitare il predicatore, contornata da un parapetto decorato con l’agnello apocalittico dorato e affiancato da lesene arricchite con ghirlande verticali pure queste dorate. Lo schienale è formato dalla portina di accesso ed è decorato con fogliame di olivo e da un ostensorio. Il paracielo è arricchito da una frangia con elementi a forma di pigna dorati e, al vertice, da ghirlande floreali, da stelle e dal monogramma di Maria, il tutto sapientemente dorato. Il mobile, benché non sia più in uso, è bello a vedersi, don Bosco lodando il manufatto lo definiva di “noce lavorata e le tavole sono ben connesse”. Le venature del legno di noce sono messe giustamente in evidenza da una lucidatura a stoppino.
La base, elegantissima, è fatta da un supporto ornato con foglie di acanto dorate e con una forte baccellatura al di sopra della quale compare la scritta a caratteri capitali dorati: “Maria Ausiliatrice per Grazia”.