LA STORIA SCONOSCIUTA DI DON BOSCO

FRANCESCO MOTTO

Il Bollettino Salesiano “Non è un giornale come gli altri"

Don Bosco fu un comunicatore nato. Di razza, incontenibile.
Nella comunicazione modificava se stesso, diventato più moderno delle sue idee, inventava pedagogie. Mostrava d’aver capito bene la civiltà industriale, di cui per principio era nemico.
E come tutti i grandi comunicatori, attraeva e faceva paura.
Centotrentatré anni dopo la morte, continua quell’effetto.

Nei primi numeri del “Bollettino Salesiano” (1877…) erano privilegiate le intriganti puntate della storia dell’Oratorio di San Francesco di Sales e la lettera di gennaio di don Bosco ai Cooperatori, nella quale descriveva le opere compiute nell’anno trascorso e previste per l’anno in corso. Ampio spazio era dedicato alle “lettere americane” dei missionari, con appetitosi reportage di situazioni, usi e costumi di vaste aree dell’America Latina totalmente sconosciute ai lettori.

Perché diverso dagli altri?

Scriveva don Bosco il 28 novembre 1885 a don Emanuele Morossi, che gli aveva inviato una offerta per le sue opere: “In quanto poi alla spedizione del Bollettino Salesiano la S.V. e il Signor Parroco mi permetteranno ch’io la continui. Non si diano fastidio del pagamento, ché non è un giornale come gli altri, né è fatto in vista di lucro [guadagno]… Non lo rifiutino ne le prego ambidue e credano pure che facendolo leggere a quanti più possono fanno opera di grande carità, senza che s’abbiano a prendere pensiero d’alcuna offerta da inviare negli anni avvenire, finché possano farlo senza grave incomodo”.

In Italia, ma ovunque nel mondo, venivano pubblicati Bollettini di ogni genere, ma quello di don Bosco voleva essere diverso dagli altri: per il contenuto “originale”, “unico”, “salesiano”, “missionario”, che abbiamo appena ricordato, per lo stile semplice, comprensibile ad ogni genere di persone, per il fatto di essere spedito gratuitamente “a chi voleva e a chi non lo voleva”. In occasione del terzo Capitolo Generale dei salesiani (1883) asseriva: “A noi non importa il ricevere un 10 lire di più o di meno, ma conseguire la maggior gloria di Dio. Se i governi non ci metteranno incaglio, il Bollettino diverrà una potenza, non per sé, ma per le persone che riunirà”.

Secondo l’intuizione di don Bosco il Bollettino salesiano non è una semplice cronaca di avvenimenti, ma divulga lo spirito della Congregazione, attraverso la narrazione di fatti e di opere, più che attraverso una diffusione di idee speculativamente dimostrate. Esso offre una lettura della realtà contemporanea dal punto di vista salesiano ed accoglie le provocazioni del mondo giovanile ed ecclesiale in vista di un progetto educativo e pastorale più globale.

«Il Bollettino Salesiano aveva per suo obiettivo di mantenere fra i membri della pia unione la maggiore possibile identità di pensiero e armonia di azione per il raggiungimento del fine comune» (Memorie Biografiche XIII, 603).

Il direttore

All’inizio don Bosco lo curò personalmente per dargli l’indirizzo da lui inteso; poi lo affidò ad un suo stretto collaboratore, don Giovanni Bonetti. Questi, ottimo scrittore ma anche polemista nato, talvolta si permetteva qualche licenza di troppo, dilatando certe notizie e finendo per urtare certe sensibilità civili ed ecclesiastiche. Don Bosco lo richiamava a maggior serenità: preferiva far semplicemente conoscere in tono semplice le opere salesiane, anziché impegnarsi in polemiche a mezzo stampe. Collaborò con lui, divenendone poi primo successore vivente don Bosco, don Giovani Battista Lemoyne, il ben noto scrittore delle monumentali Memorie Biografiche di don Bosco.

Altre lingue

La presenza in Francia di opere salesiane dal 1875 e anche la necessità di raggiungere un numero sempre più vasto di benestanti benefattori in Europa, presumibilmente in grado di leggere la lingua francese (Belgi, Polacchi…), spinse don Bosco a pubblicare un’edizione del Bollettino in tale lingua. Il Bulletin salésien francese ebbe inizio a Genova-Sampierdarena nell’aprile 1879. Sempre vivente don Bosco furono pubblicate pure due edizioni in lingua spagnola: la prima in Argentina e la seconda per la Spagna, ma edita a Torino.

Il BS raggiunse le case di ricchi e poveri, di nobili e comuni cittadini, di autorità civili e religiose, di dotti e di persone semplici, cattolici o meno, in Italia e all’estero. Don Bosco non esitò a farne rilegare alcune annate e ad omaggiarle alla famiglia imperiale di Vienna e ad altre case regnanti.

Con una tiratura passata rapidamente da poche migliaia a decine di migliaia di copie alla morte di don Bosco, il BS, in assenza dei moderni mezzi di comunicazione sociale (radio, TV, social…) ha contribuito in larga misura a fare la “fortuna” della Famiglia Salesiana: in termini di vocazioni di salesiane e di Figlie di Maria Ausiliatrice, di opere salesiane, e, perché no?, di sostegno economico.

Sempre unico

In 125 anni di vita il BS, ideato e realizzato con enorme successo da don Bosco, è passato dal bianco e nero al colore, ha aggiornato continuamente la grafica, ha diversificato le rubriche, ha moltiplicato la tiratura, è tutto on line. Oggi poi è stampato in 66 edizioni, 31 lingue diverse e raggiunge oltre 130 nazioni. Ognuno è diverso dall’altro, ciascuno con le proprie esigenze ed i propri lettori, ma ognuno vuole essere fedele all’ispirazione originale e originaria di don Bosco. Quello italiano, che state leggendo, è già arrivato o arriverà presto in molti Paesi; tradotta, porta ogni mese la parola del Rettor Maggiore in ogni parte del mondo.

Il Bollettino salesiano online è raggiungibile al nuovo sito: https://bollettinosalesiano.it/
 
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