I FIORETTI DI DON BOSCO
B.F.
I proverbi di Mamma Margherita
Mamma Margherita era il cuore di Valdocco. Era sempre là, nella sua stanza, come il tabernacolo in chiesa, circondata a destra e a sinistra da alcune sedie sepolte sotto una montagna di biancheria da cucire. Cuciva indefessamente senza alzare gli occhi. Ma non era mai sola.
Era facile vedere qualche ragazzino che le stava davanti con la testa bassa. Margherita gli diceva dolcemente: «Sai perché sei così cambiato? Perché sei diventato cattivo? Perché non preghi! Se Dio non ti aiuta, dove andrai a finire? Bada che il Signore non ti abbandoni». E, come faceva sempre, concludeva con un saggio proverbio, che in piemontese faceva rima ed era facile da ricordare: «Scende chi vuole, monta chi può» (A calé cala chi ch’a veul, a monté monta chi ch’a peul).
A un ragazzo che aveva commesso una mancanza, Margherita diceva: «Sì: farò quel che tu domandi; ma dimmi: sei andato a confessarti?» «Ieri mattina non ebbi tempo». «E sabato?» «Ce ne erano troppi intorno al confessionale». «E Domenica?» «Non ero preparato». «Già! Una cattiva lavandaia non trova mai una buona pietra per lavare i panni» (Na cativa lavandera treuva mai la bon-a pera).
A chi arrivava con la giacca in mano per far vedere che si era staccato un bottone, Mamma Margherita porgeva bottone e ago, e diceva: «Prova a cucirlo tu. Bisogna imparare a fare un po’ di tutto: Non sai che colui il quale non è capace a tagliarsi le unghie con tutte due le mani, non riuscirà a guadagnarsi il pane?» (Chi sa nen tajese j’onge con tute e doe le man, l’è nen bon a vagnese ’l pan).
Qualche piccolino arrivava piangendo per i dispetti dei compagni. Mamma Margherita lo faceva sedere su uno sgabelletto ai suoi piedi, mentre con il dorso della mano si asciugava le ultime lacrime. Margherita aveva il dono della consolazione. Porgeva al piccolo un grappoletto d’uva. E diceva: «Piangi solamente per questo? Scioccone! Non lo sai che bisogna avere un po’ di pazienza? Solo in paradiso starai tranquillo. Già si sa: Non vi è alcun paese in cui vi siano tante miserie come al di qua e al di là di Po» (Ant gnun pais a-i son tante miserie come dëdsà e dëdlà dël Po).
Se un ragazzino trasandato si divertiva con un vecchio fazzoletto appallottolato, Mamma Margherita riprendeva il fazzoletto e rimproverava il monello: «Perché sciupi a questo modo la roba? Mi dici che non serve più, ma “per togliere la pelle dell’aglio perfino le unghie vengono a proposito”» (Fin–a j’onge ven-o a taj per plé l’aj). Alcune volte un bricconcello riusciva a sottrarle dalla cucina una mela o un pomodoro e sorridendo la faceva vedere di nascosto ad un compagno, che stava in agguato a “fare il palo”. Margherita con la coda dell’occhio lo sorprendeva e in tono burbero diceva: «Ma bravo! La coscienza è come il solletico: chi lo sente, e chi non lo sente (La cossiensa a l’è parej del gatij, chi a lo sent, chi a lo sent nen). Frase che ripeteva tutte le volte che uno lambiccava scuse, quando era stato avvertito, o diceva: “Che male ho fatto io!”.
Quando un ragazzo non si correggeva di qualche difetto e qualcuno lo scusava con il dire che era giovane e che crescendo avrebbe poi messo giudizio, ella rispondeva: «Chi a venti (anni) non sa, a trenta non fa e asino per sempre sarà!» (Chi a vint a sa pa, a tranta a fa pa, e aso per sempe a sarà).
LA STORIA
Questi e molti altri proverbi si trovano nelle Memorie Biografiche volume III, 373.