IL LORO RICORDO È BENEDIZIONE
ANS
Don Cosimo Semeraro
Morto a Cerignola (Foggia), l’8 marzo 2021, a 78 anni
Don Cosimo Semeraro, nato a Taranto nel 1942, a 22 anni entra nella Congregazione salesiana e compiuti gli studi teologici nella Facoltà di Teologia (sezione di Torino Crocetta), coronati con la Licenza in Teologia nel 1971, e dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto nella sua Ispettoria di origine l’incarico di Direttore dell’oratorio a Cerignola. Ha proseguito gli studi universitari conseguendo, nel 1978, il Dottorato in Storia della Chiesa. Dal 1973 è Professore presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana per la cattedra di Storia della Chiesa, e dal 2002 Segretario del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.
In trent’anni di docenza nella Facoltà di Teologia ha tenuto corsi e seminari attinenti all’area della metodologia del lavoro scientifico, della Storia della Chiesa, della Storia della spiritualità e dell’Opera salesiana. È stato Economo, Segretario, Direttore del Centro Studi “Don Bosco” e Direttore dell’Archivio storico dell’Università.
I suoi scritti offrono un’indiscutibile testimonianza della sua larga informazione bibliografica, della sua matura competenza nell’esame delle fonti e nella ricostruzione di situazioni, personaggi, istituzioni ed eventi storici, condotta con aggiornati criteri storiografici.
Inoltre, don Semeraro ha partecipato intensamente alla vita della comunità scientifica offrendo propri contributi e rappresentando la Santa Sede in organismi internazionali. Per la sua riconosciuta e apprezzata competenza, infatti, è stato chiamato nel 2002 a svolgere l’incarico di Segretario del Comitato di Scienze Storiche della Santa Sede, compito che ha svolto con impegno e competenza fino al 2013.
Negli ultimi anni aveva svolto con la solita passione e il consueto zelo apostolico e salesiano l’incarico affidatogli di responsabile della Missione Cattolica Italiana in Svizzera, presso Zurigo; e appena a febbraio scorso era stato nominato Direttore della Comunità salesiana di Cerignola. Il suo decesso è avvenuto per arresto cardiaco presso l’Ospedale di Cerignola, dove era stato ricoverato per Covid-19.
“Uomo buono, ricco di scienza storica, Salesiano fervente…” lo ha ricordato in un messaggio monsignor Enrico dal Covolo, SDB, già Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense; e da parte sua il cardinale Tarcisio Bertone, già Segretario di Stato Vaticano, saputa la notizia, ha comunicato di aver “offerto suffragi per l’indimenticabile Professore, con vivo ricordo e sentita stima per il Docente, lo studioso, lo zelante sacerdote, il fervente figlio di don Bosco che ha servito la famiglia Salesiana, l’UPS, la Chiesa e la Santa Sede con grande competenza, generosità e amore. Lo affida al Signore, per intercessione di Maria Ausiliatrice per un grande premio, esprimendo la sua vicinanza alla Comunità di Cerignola e a quella universitaria dell’UPS”.
Queste sono solo alcune delle tappe del suo lungo e prestigioso curriculum accademico e, anche se la sua dedizione agli studi e alla ricerca storica sono state significative e determinanti nel suo ambito, avvalorate da numerosi riconoscimenti anche internazionali, l’anima di don Cosimo è stata un’altra.
La sua anima, infatti, la troviamo nelle parole di san Giovanni Bosco: «Basta che siate giovani perché io vi ami». Łukasz è uno di quei giovani che hanno avuto la possibilità di incontrarlo e di essere coinvolti dalla sua salesianità. Un solo episodio a testimonianza di ciò. Una sera tornando in comunità, don Cosimo ha intravisto, seduti sul muretto di un parco di periferia, un gruppetto di adolescenti. Il richiamo a interessarsi di loro è stato troppo forte e si è fermato. Ha compreso subito che erano ragazzi senza casa, lontani dalla famiglia, arrivati fin lì da altri paesi. Cordialmente, ma in modo diretto, ha chiesto chi voleva andare con lui quella sera a dormire al sicuro. Tre lo hanno seguito e sono diventati oggetto delle sue cure. Gli ha trovato un alloggio, la possibilità di studiare e un lavoro. Łukas, uno dei tre, ha continuato a stare vicino a don Cosimo, ed è stato per un po’ di tempo il suo segretario privato per digitalizzare il materiale dei suoi studi storici, non come un dipendente ma come un figlio carissimo. E don Cosimo lo ha sempre considerato tale, accogliendolo nelle fasi più critiche e guidandolo con mano forte come farebbe un buon padre.
Suor Stella, che lo ha avuto come cappellano testimonia: «Non posso pensare a don Cosimo senza un sorriso. Era così simpatico, accogliente e sorridente. Durante il mio soggiorno a Roma ho avuto modo di conoscerlo e di condividere alcune feste con le care sorelle che vi abitavano. Ricordo la sua benedizione impartita con tanto affetto. Possa riposare in pace padre Cosimo, e continuare a sorriderci dal cielo».