LE CASE DI DON BOSCO
LA COMUNITÀ
Don Bosco Villa Ranchibile
A Palermo, da ottantacinque anni i salesiani accompagnano generazioni di studenti attraverso una gestione della scuola “circolare” fondata sulla responsabilità “condivisa” della comunità educativa, formata anche da una squadra di Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Laici e Laiche.
Una storia senza fine
La storia di Villa Ranchibile ha radici in quel 24 maggio del 1937, quando i Salesiani acquistarono l’immobile dai Monroy Samonà, una delle famiglie più altolocate della città.
«Fin dal Settecento l’edificio nobiliare – racconta il preside Nicola Filippone – assieme ad altre prestigiose costruzioni, adornava il sobborgo che l’aristocrazia palermitana aveva eletto come propria residenza, inglobato successivamente nel tessuto urbano, dal prolungamento del Viale della Libertà, aperto durante i moti del 1848 e impreziosito dalle eleganti abitazioni in stile liberty dei primi del Novecento. Gli ambienti in cui si erano svolti stravaganti sollazzi di un casato ormai in decadenza, sarebbero diventati scuola ed oratorio e gli alberi secolari, che svettavano nel parco retrostante, avrebbero visto frotte di ragazzi rincorrersi e schiamazzare nei cortili per loro creati».
La Seconda Guerra Mondiale aveva devastato la città – continua il preside – «ma la nuova casa di don Bosco sopravvisse ai bombardamenti. Nel 1943 tredici bombe vi caddero addosso senza esplodere. E, non ultimo, venne pure occupata dagli Alleati, anche se per pochi giorni, che la restituirono ai legittimi proprietari, grazie ad un efficiente connubio di diplomazia vaticana e intraprendenza salesiana».
Risale al 1944 l’inaugurazione della superficie sulla quale si affaccia il prospetto della villa Ranchibile, che diventò un’elegante piazza, dedicata a don Bosco. Da allora – sottolinea il prof. Filippone – «una miriade di allievi ha arricchito con un impegno serio e responsabile l’articolata offerta formativa. Nel 1988, per la prima volta, vennero ammesse anche le ragazze, la scuola aprì i battenti, oltre alla media, a tre licei sperimentali: classico, scientifico ed economico. La costruzione di un importante laboratorio di informatica permise a questa disciplina di essere annoverata tra le materie curriculari».
Se questi sono stati gli splendidi inizi di un rinomato liceo classico e scientifico, l’opera, aggiunge il direttore don Domenico Saraniti, è stata completata inserendo dapprima il tecnico economico e, da cinque anni, il liceo di scienze umane ad indirizzo economico sociale, che, al piano di studi ministeriale, inserisce l’economia aziendale e tre lingue straniere: inglese, spagnolo ed arabo.
Intuizione questa che ha dato una risposta alle istanze di allievi e genitori in una società sempre più dominata da logiche di profitto in cui, secondo le attese del direttore, «è irrinunciabile lo studio dell’economia, contemperato da una visione antropocentrica della vita». La scelta dell’arabo, inoltre, è maturata «dalla convinzione che sia più vantaggioso gestire e concludere rapporti lavorativi in questa lingua, considerato l’exploit nel mercato internazionale di comunità e aziende arabe».
La Scuola Secondaria di Primo Grado
Il Don Bosco è, a tutti gli effetti, una scuola innovativa. Perché? Proprio per la scelta appropriata della gamma dei servizi offerti al preadolescente.
La secondaria di primo grado accompagna i ragazzi e le ragazze nella scoperta dei propri talenti, attraverso il dialogo e la proficua relazione tra educatori e giovani. In tal senso, ogni sfumatura che emerge, dall’impegno culturale alla partecipazione, a concorsi regionali e nazionali, sino ai laboratori di musica, teatro, giornalismo, sport, lingue straniere, potenzia la costruzione sociale dell’identità personale di ciascun allievo. In questa linea s’inserisce la frequenza assidua all’oratorio, cuore pulsante di ogni casa salesiana. La scelta poi del semiconvitto, oltre alla mensa e al doposcuola, sono la messa in atto di una pedagogia alternativa per “stare bene” a scuola ed in classe.
Il rapporto con le famiglie, le attività integrative e l’approccio metodologico nella scuola di primo grado hanno un ruolo fondamentale per la competenza relazionale. Particolarmente i laboratori, aspetto imprescindibile del lavoro scolastico, migliorano il rapporto e la competenza linguistica, come nel caso della full immersion nella lingua araba, inglese e spagnola.
Sempre per educare ad interagire con il pensiero altrui e maturare convinzioni solide, di tanto in tanto, la Secondaria di I Grado si riunisce in un “Caffè Letterario” (durante il lockdown si è tenuto online), dove ci s’interfaccia con i docenti per discutere, riflettere e comprendere che cosa significhi oggi “Libertà di pensiero”.
La Scuola Secondaria di Secondo Grado
Una stimolante esperienza di scambio linguistico e culturale, presente nell’offerta formativa, ha anche coinvolto i licei, accogliendo una delegazione di allievi e docenti del Liceo Presidenziale di Cartagine.
Gli studenti del primo Liceo Economico Sociale con una vocazione internazionale, trilingue (inglese, spagnolo, arabo) insieme agli allievi tunisini si sono confrontati sulla necessità di formarsi per essere giovani intellettuali, capaci di mediazione linguistica ed aperti ad una professionalità globale. Così multiculturalità, apertura e dialogo con Paesi vicini e lontani è il filo rosso che unisce la diversità. Prima della pandemia, il laboratorio è stato anche condotto da suor Mary Farid, figlia di Maria Ausiliatrice e preside della scuola media “Maria Ausiliatrice” del Cairo, invitata dalla direzione proprio per l’acquisizione corretta della pronuncia.
Sempre sul piano delle soft skills, ossia delle competenze trasversali favorevolmente spendibili in qualsiasi ambito di lavoro, è stata inaugurata dal Magnifico Rettore dell’Università di Palermo la Sala Robotica e Comunicazione con un attivo Ufficio Stampa, dove gli stessi studenti confezionano il “telegiornale” delle attività educative e didattiche. A partire da quest’anno il curriculo del biennio classico è stato arricchito da un Laboratorio di comunicazione sociale 3.0. Consapevoli della necessità delle competenze digitali non solo per i lavoratori del presente ma ancora di più per quelli del futuro, per due ore a settimana il mercoledì gli alunni sperimentano in prima persona che cosa significhi creare contenuti digitali. All’interno del laboratorio di Social networks i ragazzi imparano a gestire le pagine social della scuola, creando contenuti di qualità sotto il profilo grafico e contenutistico. Il laboratorio di sceneggiatura introduce i ragazzi al mondo del cinema, dalla scrittura dei testi fino alla ripresa delle scene. Sul versante informatico, il laboratorio di scrittura app fornisce i rudimenti della programmazione, infine quello di video editing li rende capaci di editare i video di breve e lunga durata.
Robot, teatro e Wall Street
La Sala Robotica è dotata dei migliori sistemi per la didattica 4.0, ciò rientra – afferma il direttore – nel piano di investimenti, che l’Istituto ha avviato per rendere «il nostro servizio educativo all’avanguardia a misura delle esigenze culturali delle giovani generazioni». In tal senso la scuola si confronta e collabora con istituzioni accademiche, per favorire la scelta professionale degli allievi. A quello di robotica si è aggiunto anche il laboratorio di scienze naturali, fornito di attrezzature avanzate, per avvicinare gli studenti non solo alla didattica, ma soprattutto alla ricerca laboratoriale. Per questo, vengono spesso programmate lezioni in concerto con alcuni dipartimenti dell’Università, dove i ragazzi si recano accompagnati dai loro insegnanti.
Sulla stessa linea è il Laboratorio di Teatro Classico. Ogni messa in scena appassiona ed impegna decine di alunni. Si tratta di interpretare una tragedia classica contaminata da un’opera moderna. Intreccio che stabilisce un corto circuito fra passato e presente. Le rappresentazioni, interamente realizzate da allievi e docenti, a partire dalla traduzione dei testi alle scene, alle musiche, alla coreografia, si sono affermate come momento sociale in cui la comunità scolastica ed il pubblico riflettono su temi che scuotono le coscienze. Nel corso degli anni, il laboratorio si è imposto nei salotti culturali di Palermo ed ha ricevuto più volte riconoscimenti nazionali ai festival di Cesena e Gravina di Puglia, solo per citarne alcuni. La compagnia si è esibita anche nei teatri di Tindari e Palazzolo Acreide e nel decumano dell’Expo 2015 a Milano, oltre a debuttare al teatro Politeama del capoluogo e al prestigioso Teatro Massimo di Palermo.
Un’attenzione particolare è riservata alle iniziative di educazione alla legalità, tanto cara a don Bosco, che vede la scuola impegnata in una fruttuosa collaborazione con le principali istituzioni cittadine.
A completare la tavolozza delle attività educative sono i pcto (ex alternanza scuola-lavoro), i viaggi d’istruzione e le visite culturali tematiche. L’alternanza scuola lavoro è un’opportunità formativa in più per i giovani di “Villa Ranchibile”. Ad accoglierli sono importanti organismi della città come cnr, Agenzia delle Entrate, gallerie d’arte e musei, istituti finanziari, radio web, volontariato, sport, attività di orientamento, oltre agli stage naturalistici, linguistici e aziendali ed a progetti di economia. Da quest’anno, inoltre, grande importanza è stata concessa alla comunicazione sociale 2.0: si tratta di un laboratorio indirizzato in primis agli alunni del liceo classico in cui i ragazzi, attraverso esperienza diretta, si cimentano e fanno pratica del nuovo modo di fare comunicazione: imparano a gestire in modo professionale i social network, a scrivere e progettare app, apprendere le basi del video editing e della sceneggiatura.
Un’attenzione speciale – sottolinea il preside – è riservata ai viaggi d’istruzione e agli stage all’estero per il miglioramento delle lingue e l’acquisizione delle certificazioni, condizione necessaria, quest’ultima, per parteciparvi. In tal modo, i ragazzi che aderiscono devono frequentare un corso propedeutico, con il quale vengono adeguatamente preparati all’esperienza che si accingono a vivere.
«Storica la visita alla borsa di Wall Street con i ragazzi dell’economico». Anche i soggiorni all’estero sono occasioni «di crescita e di arricchimento culturale». Negli ultimi tempi – racconta il prof. Filippone – si è permesso ad alcuni studenti meritevoli di trascorrere un intero anno scolastico, o parte di esso, in un Paese straniero, dove affinare la lingua ed acquisire una mentalità cosmopolita, indispensabile nel mondo globalizzato. Significative – aggiunge – le esperienze alle Nazioni Unite o a Montecitorio con la partecipazione alle riunioni simulate.
Non di meno le visite culturali ad alcuni luoghi della città, come il museo “Antonio Salinas”, sede di collezioni d’arte greca, meta annuale per gli insegnanti di latino e greco, i monumenti normanni, patrimonio dell’Unesco e il percorso barocco, che testimonia la lunga dominazione spagnola in Sicilia.