LE CASE DI DON BOSCO
James Heuser
Don Bosco Preparatory High School Ramsey, New Jersey, Stati Uniti. Un magnifico modello di casa genuinamente salesiana. Gli allievi sono definiti Ironmen per il carattere e la tenacia che dimostrano in tutto.
Le origini del Liceo “Don Bosco Preparatory High School” affondano le loro radici in un’altra opera salesiana, il Columbus Institute, con sede a Hawthorne, New York. Era un collegio gestito da un gruppo di Salesiani, alcuni di origine italiana, altri provenienti dalla Polonia, al servizio di ragazzi poveri originari di questi due Paesi europei. Nel 1915 fu stabilito di dividere il gruppo, destinando i ragazzi a due scuole diverse in base al loro Paese di provenienza.
Il 3 aprile 1915 sei Salesiani e un piccolo gruppo di ragazzi di origine polacca si trasferirono in un edificio che in passato era stato adibito a pensione ubicato in un frutteto a Ramsey, nel New Jersey. Inizialmente la scuola era conosciuta con il nome di Istituto Don Bosco per ragazzi polacchi e, dopo i lavori di ampliamento presto avviati, si estendeva su tre piani e comprendeva una pregevole cappella e, al lato opposto, una palestra. Al secondo piano furono allestite le aule e al terzo piano i dormitori. Una grande sala fu intitolata a don Bosco, ma assunse la denominazione St. John Bosco dopo la canonizzazione del Santo avvenuta nel 1934.
Poco tempo dopo, la scuola iniziò ad accogliere ragazzi di altre nazionalità e allievi che la frequentavano solo di giorno. Diventò necessario affiancarle un secondo edificio e nel 1954 fu costruita la Casa dell’Immacolata, così chiamata in onore del centesimo anniversario della dichiarazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Vi si trovavano una nuova palestra che fungeva anche da teatro, un nuovo refettorio e nuove aule per accogliere il numero crescente di studenti.
Data l’alta reputazione dell’istituto per l’ottima preparazione all’università che offriva, nel 1969 fu costruito un terzo edificio, denominato DeSales. Comprendeva più aule, laboratori scientifici, sale conferenze e un nuovo auditorium per le arti dello spettacolo. Nel 1972 il programma dedicato agli allievi interni fu gradualmente abbandonato, mentre il numero di studenti che frequentavano la scuola durante il giorno continuava ad aumentare. Lo stesso anno fu costruito uno stadio di atletica, con un vasto campo e una pista da corsa, per rispondere alle necessità legate dal numero sempre più ampio di programmi di atletica che la scuola proponeva.
Negli ultimi dieci anni, in vista della celebrazione del centesimo anniversario della scuola, è stato aggiunto un quarto edificio, la “Savio Hall”, con una nuova mensa, aule e spazi per l’apprendimento. Anche il campus è stato trasformato, con un quadrilatero centrale, la nuova Cappella del Sacro Cuore, in posizione centrale, un altro campo di atletica, un centro salute e benessere, un parco per commemorare un allievo ucciso da un attentatore suicida in Afghanistan e ulteriori aree di parcheggio.
Le iscrizioni degli studenti sono aumentate e ammontano a oltre 800 ragazzi, che arrivano in questo campus, che si estende per 15 ettari, da oltre 150 città del New Jersey e di New York; vi si recano ogni giorno in auto, con l’autobus o in treno e alcuni impiegano oltre un’ora. I dati degli ultimi cinque anni indicano che gli studenti sono per l’82% cattolici, ma accogliamo giovani che professano qualsiasi religione e non credenti. La scuola è diventata progressivamente multietnica, con un aumento del numero di studenti di colore, asiatici e appartenenti a varie etnie.
Il modello “Oratorio”
I punti di forza del Don Bosco Prep derivano dal modello dell’Oratorio, che ci ispira nello svolgimento delle nostre attività.
Una casa: un ambiente accogliente, caratterizzato da uno spirito di famiglia. Gli allievi chiamano il legame che li unisce “fratellanza” e definiscono i loro educatori, salesiani e laici, “premurosi”, “attenti” e dicono che sono “sempre con loro”.
Una scuola: il programma curricolare della scuola è rigoroso, a tutti i livelli. Sono proposti corsi avanzati e di eccellenza, corsi regolari di preparazione all’università, varie risorse e lavorano qui vari docenti per gli allievi (oltre 100) con necessità specifiche di apprendimento. Collaboriamo con due università locali per offrire percorsi riconosciuti da entrambe le istituzioni e abbiamo elaborato quattro percorsi universitari che propongono un apprendimento curricolare ed esperienziale per consentire agli studenti di concentrarsi su un ambito specifico per il loro futuro: aziendale, delle arti della comunicazione, ingegneristico, delle belle arti e dello spettacolo.
Una chiesa: il Don Bosco Prep è conosciuto per la sua vitalità spirituale. Propone un corso di teologia della durata di 4 anni, con lezioni quotidiane, come per le altre discipline universitarie. Ma ci sono anche la preghiera e il buongiorno alla comunità scolastica all’inizio di ogni giornata e una preghiera prima di ogni lezione e di ogni attività svolta durante la giornata. C’è l’opportunità di partecipare alla Messa quotidiana e don John Blanco, il nostro Salesiano più anziano, è disponibile tutte le mattine per il Sacramento della Riconciliazione.
Uno spazio per lo sport e l’arte: il Don Bosco Prep propone una serie di attività per coinvolgere i giovani. Nell’ambito dell’atletica, sono proposti 19 sport per universitari distribuiti su tre stagioni: autunno, inverno e primavera. La proposta di arti dello spettacolo è ricca e varia, con coro, concerti bandistici, ensemble di chitarristi, orchestra d’archi, performance teatrali d’inverno e musical in primavera.
«Insieme siamo ironmen»
Il termine “Ironmen” (uomini d’acciaio) era stato attribuito agli studenti della scuola negli anni ’40 da un giornalista sportivo, che vide i ragazzi della nostra squadra di basket competere con spirito e forza sorprendenti in diverse partite nell’arco di un solo giorno. È stato quindi adottato come soprannome per tutti i nostri allievi ed exallievi, non solo nell’atletica. In questi anni abbiamo citato il versetto del libro dei Proverbi 27,17: “Il ferro si affila con il ferro, l’uomo si affina nei rapporti con gli altri”. L’espressione «insieme siamo ironmen» si riferisce dunque all’impegno per favorire l’unità della comunità educativa e pastorale, mentre ci aiutiamo a rafforzarci a vicenda: come studenti, come atleti e soprattutto come persone di Dio.
La figura di don Bosco è presentata fin dall’inizio. Agli studenti che si iscrivono è richiesto di leggere una biografia di don Bosco durante i mesi estivi prima dell’ingresso nella scuola. Durante il primo anno di corso studiano la sua vita e quella di Domenico Savio. Le statue di entrambi i santi occupano un posto d’onore nel nostro quadrilatero del campus centrale [insieme a Maria Ausiliatrice] e vi si fa costantemente riferimento nel buongiorno quotidiano, nelle omelie e in altre circostanze. Gli studenti imparano velocemente a identificarsi con don Bosco. E tutti sanno nominare le quattro dimensioni del suo Oratorio.
Non lontano da qua ci sono un liceo dell’Arcidiocesi di Newark e un liceo dei Fratelli Cristiani di Edmund Rice. Sono i nostri avversari nelle gare sportive e così il canto “Noi siamo Bosco” diventa un grido di battaglia nei giorni delle competizioni!
Un numero sorprendente di vocazioni
Ma agli studenti sono presentati costantemente e in modo più approfondito i cinque aspetti della spiritualità giovanile salesiana secondo lo stile di don Bosco [Vita quotidiana ordinaria, gioia e ottimismo, amicizia con Gesù, comunione nella Chiesa e servizio responsabile] e tutti sono incoraggiati a vivere con questa identità.
Nei 105 anni di esistenza della scuola, oltre 130 studenti si sono incamminati lungo il percorso della vita religiosa o del sacerdozio diocesano. Due di loro diventarono prelati, Alexander Zaleski (corso del 1924), che divenne vescovo di Lansing, nel Michigan, e John O’Hara (corso del 1963), che è attualmente Vescovo ausiliare di New York. Molti sono diventati Salesiani. E due nostri exallievi stanno seguendo il percorso della formazione iniziale con i Salesiani e due sono entrati nel seminario diocesano.
Dopo il diploma, la maggior parte degli studenti conserva un grande affetto per il Don Bosco Prep. Il senso di fratellanza che li lega è così forte che, come molti dichiarano, rimangono amici per tutta la vita, più di quanto accada con le amicizie che stringono successivamente, all’università.
Negli anni successivi molti tornano a trovarci, perché hanno conservato un legame di affetto anche con i loro educatori. Alcuni chiedono di sposarsi nella cappella della nostra scuola o di far battezzare i loro figli qui.
Kevin White, SDB «Sono Salesiano grazie al Don Bosco Prep»
Oggi sono Salesiano grazie all’esperienza che ho vissuto al Don Bosco Prep. Quando frequentavo l’ultimo anno di liceo, un sacerdote salesiano arrivato da poco era stato chiamato a svolgere l’incarico di Coordinatore della Pastorale Giovanile. L’ho incontrato perché era uno dei miei docenti. L’ho conosciuto non solo in classe, ma anche nel “cortile”. La pallavolo era il mio sport preferito e anche il suo; abbiamo dunque costruito un’amicizia sulla base di questo interesse comune. Conoscendolo e trascorrendo più tempo con lui, ho capito che lui aveva qualcosa che anch’io volevo.
Potrei dire che manifestasse una pace e una gioia interiore che io non avevo. Dall’esterno potevo sembrare felice, ma sapevo che nel mio intimo non lo ero. Nel mese di ottobre, dedicato al Rosario, vidi questo Salesiano pregare una decina del Rosario con la nostra classe ogni giorno. Pensai che forse la preghiera e il Rosario infondessero in lui la pace e la gioia che mostrava e decisi dunque di pregare il Rosario ogni giorno nel mese di ottobre. Questa semplice pratica cambiò totalmente la mia vita! Mi sentivo più felice e in pace.
Mi piaceva molto pregare! Prima non avevo un rapporto personale con Dio, ma grazie all’esempio silenzioso e quasi sconosciuto di questo Salesiano sono stato guidato a costruire una relazione con Gesù attraverso sua madre! Dopo un paio di settimane in cui avevo recitato il Rosario, avevo frequentato regolarmente la Messa e mi ero confessato più spesso, iniziai a pensare di diventare sacerdote salesiano. Ammiravo questo Salesiano e progettavo di fare quello che faceva lui: insegnare, trascorrere tempo con i giovani e guidarli all’incontro con Gesù Cristo.
Guardo indietro e vedo in questo la mano di Maria Ausiliatrice. Alcune settimane dopo aver cominciato a pregare il Rosario, pensai per la prima volta di seguire suo Figlio lungo le orme di don Bosco. Maria è stata con me in ogni fase del cammino che ho compiuto seguendo la mia vocazione salesiana! Volevo che tutti i giovani vivessero lo stesso incontro con Cristo che io ho sperimentato quando frequentavo il Don Bosco Prep. Sentivo che Dio mi chiedeva di fare questo diventando Salesiano di Don Bosco. Il sacerdote salesiano che avevo incontrato era stato don Bosco per me e io volevo essere come questo sacerdote e seguire don Bosco come lui.