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O. PORI MECOI
Don Bosco nel cuore dell’America
Incontro con Don Ángel Prado, ex ispettore del Centro America. «La provincia CAM è composta da sei nazioni: Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama. Quest’anno celebriamo i 125 anni di presenza di don Bosco nella regione».
Può presentarsi?
Mi chiamo don Ángel Prado Mendoza, salesiano di don Bosco, nato in Costa Rica, America Centrale. Sono salesiano da 44 anni e sacerdote da 34 anni. Attualmente sono in servizio come ispettore nella regione dell’America Centrale – CAM.
Come è nata la sua vocazione?
Ho conosciuto i Salesiani di don Bosco quando ho avuto l’opportunità di lasciare la mia città natale per frequentare la scuola secondaria, dato che la mia famiglia è di origine contadina e non avevamo la possibilità di andare oltre la scuola primaria. La Divina Provvidenza mi ha portato in un’opera salesiana e quello è stato il mio primo incontro con i salesiani, con don Bosco e con la mia chiamata vocazionale.
Ho sentito il risveglio della mia vocazione attraverso un’esperienza molto semplice: sono stato invitato a tenere una catechesi a un gruppo di bambini che si stavano preparando alla prima comunione, e alla fine dell’esperienza ho sentito nel mio cuore che volevo dedicare tutta la mia vita alla formazione cristiana dei bambini e dei giovani. Ho parlato con il direttore dell’opera salesiana e mi ha subito dato tutto il sostegno necessario per continuare a studiare con i salesiani nell’esperienza dell’Aspirantato. Ho fatto il noviziato nel 1977 e la prima professione nel gennaio 1978.
Quali sono le nazioni del vostro Ispettorato?
La provincia CAM è composta da sei nazioni: Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama. Quest’anno celebriamo i 125 anni di presenza di don Bosco nella regione.
Vi sentite nell’occhio del ciclone?
L’America Centrale sta vivendo da molti anni una profonda destabilizzazione sociale a causa di conflitti armati interni, corruzione politica e guerre civili, bande criminali, il dramma della migrazione verso gli Stati Uniti ecc.
Negli anni ’80 e ’90 la Chiesa cattolica ha subìto una grande persecuzione, con l’assassinio di due vescovi, molti sacerdoti e centinaia di laici. Oggi, con la canonizzazione di monsignor Romero e la beatificazione di diversi sacerdoti e laici, la Chiesa ha riconosciuto il loro martirio, essendo tutti morti per odio verso la fede.
Il Nicaragua è attualmente governato da una dittatura che ha deciso di attaccare duramente la Chiesa, e i Paesi di Guatemala, El Salvador e Honduras sono stati lacerati dal problema della violenza interna, costringendo migliaia di persone a lasciare i loro villaggi e le loro famiglie in cerca di una vita più sicura in altri Paesi, il che rende il dramma della migrazione molto difficile.
Qual è la situazione dei Salesiani?
Per la benedizione di Dio, tutte le opere stanno funzionando e in tutte le nazioni viene assistito un numero significativo di bambini e giovani, per cui c’è lavoro sufficiente per un centinaio di altri Salesiani, visto che i beneficiari sono migliaia. L’Ispettoria conta attualmente 154 Salesiani professi e 16 giovani in fase di pre-noviziato e noviziato. Sono 25 le presenze su tutto il territorio provinciale per un totale di 107 fronti pastorali ed educativi. In tutti i fronti c’è un clima sereno e i laici sono riusciti a identificarsi con il carisma, il che fa sì che don Bosco sia molto sentito in ogni opera.
Quali sono le opere più importanti?
In ogni Paese, tutte le opere sono molto significative, quindi è difficile dire quali siano le più importanti. Tuttavia, per il tipo di persone che servono, potrei indicare come particolarmente importanti l’Istituto Tecnico Don Bosco a Panama, il Centro Educativo Salesiano, cedes Don Bosco in Costa Rica, in Nicaragua il lavoro scolastico a Masaya, in Honduras la Parrocchia Maria Auxiliadora, in El Salvador Ciudadela Don Bosco e in Guatemala la missione parrocchiale tra gli indigeni nel nord del Guatemala.
E quelle che ispirano più speranza?
Si tratta di quelle in cui ai beneficiari vengono offerte varie opportunità di formazione tecnica che in seguito consentono loro di sviluppare iniziative imprenditoriali.
Quali sono i problemi più acuti del momento?
Potrei riassumerli in uno solo: il dramma della migrazione causata dalla violenza e dalla povertà, che è la causa della grande destabilizzazione politica, economica e sociale di tutti i nostri Paesi. A questo si aggiungono i problemi dell’istruzione, dell’assistenza sociale ecc. ma tutto ciò è molto specifico del resto dell’America Latina.
Quali sono i bisogni più urgenti?
Opportunità di formazione umana, cristiana e professionale, opportunità di lavoro, ambienti sociali più sicuri, offerte educative accessibili a tutti.
Come vede il futuro?
Con grande speranza, perché tutta questa realtà è una grande opportunità per il carisma salesiano.
Le nostre città in America Centrale sono piene di giovani, e tra loro ce ne sono migliaia poveri e a rischio, quindi c’è sempre molto da fare in base alla missione che lo Spirito Santo ha affidato a san Giovanni Bosco.