SALESIANI
O. Pori MECOI
Direttore del Don Bosco Oysterbay a Dar es Salaam (Tanzania)
Babu Augustine
Anche in quest’angolo poco conosciuto dell’Africa, quattro salesiani gestiscono con passione una scuola tecnica che, pur in mezzo a continue difficoltà, dona speranza e futuro a migliaia di giovani.
TANZANIA
La Tanzania è un paese dell’Africa orientale conosciuto per le vaste zone selvagge, che comprendono le praterie del Parco Nazionale del Serengeti, popolare meta per i safari, abitata dai cosiddetti Big Five (elefante, leone, leopardo, bufalo e rinoceronte), e il Parco Nazionale del Kilimangiaro, dove sorge la montagna più alta dell’Africa. Al largo della costa si trovano le isole tropicali di Zanzibar, influenzata dalla cultura araba, e Mafia, con un parco marino che ospita squali balena e barriere coralline.
Dar es Salaam è la più grande città della Tanzania, il principale polo economico e il primo porto del paese. Il nome viene spesso abbreviato in Dar, e la popolazione locale usa comunemente anche il nomignolo di Bongo; in passato la città era chiamata Mzizima.
Puoi autopresentarti?
Il mio nome è Babu Augustine (Mundamattam Anthony). Sono nato nel Kerala, India, nel 1964. Avevo uno zio sacerdote salesiano che mi ha ispirato ad entrare nella Società Salesiana. I miei genitori e i miei fratelli mi hanno incoraggiato, mentre alcuni membri della famiglia allargata mi hanno scoraggiato. I miei tre fratelli erano entrati prima di me nel programma di formazione salesiana e avevano smesso, così pensavano che anch’io sarei tornato a casa.
Ho fatto il mio noviziato a Kotagiri sotto D.J. Joseph nel 1982-83. Eravamo 50 novizi. 38 di noi hanno professato.
La filosofia è stata a Yercaud dal 1983 al 1985.
Poi è sorto il desiderio delle missioni e ho chiesto a P. Thomas Thanyil, l’allora provinciale, di mandarmi in Andhara Pradesh per abituarmi ad un’altra cultura. P.T.J. Joseph, il successore di P. Thayil, mi ha mandato all’Istituto Tecnico S. Antonio di Cuddapah in Andhra Pradesh. Sono stato lì dal 1985 al 1988. Mi sono sentito veramente amato in un’altra cultura e questo mi ha dato il desiderio di fare domanda per le missioni africane nel 1988 e P.T.J. Joseph ha accettato la mia richiesta di andare in Africa e sono arrivato in Africa orientale nell’ottobre 1988.
Ho fatto la formazione pratica a Dodoma, Tanzania. Non è stato facile perché la lingua era molto difficile e la cultura molto diversa. Il numero di studenti era meno di 30 rispetto ai 200 che avevamo a Cuddapah. Nel 1989 sono andato a Don Bosco Utume per la Teologia e sono stato ordinato sacerdote il 14 agosto 1993.
Le tue prime esperienze?
Mentre ero a Utume, ho lavorato con i bambini di strada di Nairobi, per 3 anni. Mi aspettavo di stare con loro dopo l’ordinazione. Ma sono stato mandato a Dodoma come responsabile dell’oratorio. Mi piaceva molto l’apostolato, ma mi fu chiesto di andare a fare due anni di spiritualità al Tangaza college di Nairobi. Poi sono andato in Italia, per un corso di formazione e un’esperienza comunitaria a Pinerolo. Tornato a Nairobi, mi sono occupato del progetto per i bambini bisognosi (Bosco Boys) dal 1999 al 2007 e della Don Bosco Boys’ Town dal 2007 al 2010. Poi l’ubbidienza mi ha portato al Don Bosco Secondary school dal 2010 al 2016 e ora al Don Bosco Oysterbay dal 2016 ad oggi.
Come hai vissuto questi cambiamenti?
Dio mi ha dato la forza di lavorare con i giovani per tutti questi anni, la mia politica è stata quella di lavorare come se non dovessi lasciare quel posto e una volta partito continuare il mio lavoro nel nuovo posto come se non avessi mai lavorato nel posto precedente. Questo atteggiamento mi ha aiutato ad ambientarmi rapidamente nel nuovo posto.
Com’è la tua giornata?
Ho preso come mia abitudine quotidiana quella di essere in chiesa molto prima di tutti gli altri per le preghiere del mattino e quando possibile molto presto prima delle preghiere della sera. Anche se non sono molto concentrato nella preghiera, ho lasciato tutto al Signore. Prima di ritirarmi a letto, passo alcuni minuti nella cappella. Ho una grande devozione per san Giuseppe ed è il mio santo preferito. Questi momenti di preghiera e devozione mi hanno aiutato molto e mi aiutano ancora molto.
Com’è la relazione con i giovani tanzaniani?
Di solito ci vuole un po’ di tempo perché i giovani capiscano i miei modi. Ma quando lascio un posto, sento che i giovani mi amano veramente e anche loro hanno capito il mio amore e la mia preoccupazione per loro.
Durante gli anni della formazione si dava troppo peso allo sviluppo di talenti come il canto, la parola, la recitazione ecc. Ma ora mi rendo conto che la grande enfasi dovrebbe essere sull’attaccamento al Signore e sull’amore genuino per i giovani. Sono molto grato a tutti i miei rettori durante gli anni di formazione per la fiducia che hanno riposto in me e per il loro incoraggiamento. Anche i miei compagni e i superiori mi hanno sostenuto molto. Se sono riuscito a toccare la vita di qualcuno è per grazia di Dio.
Qual è la storia di quest’opera?
Il pioniere è stato don Mathew Puthumana che ha iniziato a lavorare con i giovani della Oysterbay Technical School nel 1990. La scuola era già in funzione in precedenza prima sotto la parrocchia di St. Peter’s, poi è stata consegnata ai Salesiani di Don Bosco dal defunto cardinale Rugambwa di venerabile memoria. La casa è cresciuta grazie all’aiuto di tantissime persone.
Oggi, la comunità è formata da quattro confratelli e ospita anche l’ufficio della Procura della Tanzania e l’Ufficio per lo Sviluppo della Tanzania. Abbiamo anche un oratorio quotidiano curato dai Cooperatori Salesiani.
Chi ricordi con più gratitudine?
Don Bosco Oysterbay ha avuto il privilegio di avere quattro Salesiani Missionari che hanno lavorato con grande dedizione in passato, ma purtroppo non sono più con noi in questo mondo.
Il primo è stato il defunto padre Manu, che ha lavorato instancabilmente e disinteressatamente a
Oysterbay come procuratore e amministratore. Il secondo missionario è stato don Gabriel Fenandez. È stato per otto mesi preside di Don Bosco nel 1994. Il terzo missionario è stato padre Chacko Thazhoor. Era il rettore del Don Bosco e svolgeva i suoi doveri con un sorriso e con calma. Poi il salesiano coadiutore Alfonso Morcelli. È stato preside di Don Bosco Oysterbay per dieci anni dal 1995 al 2005. Durante il suo mandato come preside, l’opera ha fatto moltissimi progressi. La semplice Falegnameria si è trasformata in un’officina completamente attrezzata.
Con l’aiuto dei benefattori sono state realizzate le nuove officine di Elettrotecnica, Informatica e Meccanica. Il signor Alfonso non era solo manager o preside. Molto spesso è stato trovato a lavorare in officina per riparare macchine e attrezzature. Nel 2005 è stato trasferito a Don Bosco Moshi e da lì è andato a Don Bosco Dodoma. Nel 2010 ha lasciato Dodoma per Khartoum (Sudan) dove ha lavorato per meno di quattro mesi quando è stato colpito dalla malaria ed è deceduto il 23 ottobre 2010.
Qual è il vostro obiettivo?
Come tutti i salesiani del mondo, prepariamo i giovani alla vita aiutandoli ad acquisire competenze tecniche nei dipartimenti che abbiamo e formando in loro valori umani e competenze per una vita dignitosa. In tal modo, acquisiscono una forte stima di sé e diventano buoni cittadini crescendo in Fede, rispetto, amore, giustizia, libertà ed etica del lavoro.
Com’è organizzata la scuola?
La scuola è suddivisa in sottounità chiamate “case” e ogni studente è assegnato ad una casa al momento dell’iscrizione. Le case competono tra loro nello sport e in altre attività, fornendo così un punto focale per la fedeltà del gruppo. Il sistema casa offre agli studenti l’opportunità di sviluppare tutti gli aspetti della loro crescita e apprendimento: personalità, moralità, creatività, conoscenza e abilità. Il sistema promuove i valori di fair play, lavoro di squadra, senso civico, responsabilità reciproca, autodisciplina e iniziative, perseveranza e resilienza.
Come sono i giovani tanzaniani?
Attualmente abbiamo 410 studenti nei vari dipartimenti senza contare quelli che fanno i vari corsi di computer. Il 41 per cento sono ragazze. La maggior parte degli studenti viene da Dar es Salaam. Alcuni di loro vengono da altre parti della Tanzania e alloggiano presso i loro parenti o in stanze in affitto a Dar es Salaam. Molti di loro hanno un background molto impegnativo come genitori single, alcune sono giovani madri. Molti altri affrontano la grande sfida di ottenere i soldi per il trasporto per raggiungere la scuola, anche se è meno di un dollaro al giorno. Alcuni di loro sopravvivono con il pasto di mezzogiorno che forniamo nella scuola. Alcuni si svegliano molto presto e iniziano il viaggio prima delle 4 del mattino per arrivare in tempo a scuola e arrivano a casa alle 10 di sera. Ma sono felici e la maggior parte di loro si comporta bene.