LE CASE DI DON BOSCO

PINUCCIO POMO - MARCO LEONETTI

Andria
Don Bosco ha mantenuto la promessa

Una casa padronale di campagna con orto, frantoio e magazzini trasformata in oratorio. Dal 1934 universale punto di riferimento e di incontro per l’intera città.

Le origini
… per il momento non ci è possibile mandare i Salesiani ad Andria, ma le prometto che in appresso verranno e saranno in casa Sua”.
Con queste parole don Bosco concludeva la conversazione con il canonico don Sabino Troja, primicerio della Cattedrale, che nel 1880 si era recato a Torino per trattare direttamente con il Santo la fondazione dell’Opera Salesiana nella propria città. Sulla quella ‘profezia’, con testamento pubblico del 24 gennaio 1903, il pio sacerdote donava alla Congregazione la sua proprietà.
Quando nei primi giorni di gennaio del 1934, don Rodrigo Lo Re, primo Direttore dell’Opera Salesiana, giunse ad Andria, dovette assaporare la stessa atmosfera che don Bosco respirò a Valdocco. Allora, la Casa di Andria era praticamente in periferia ed era costituita dall’orto, dal frantoio, dall’olivaia, dalle stalle e da un edificio che aveva l’aspetto di un’abitazione padronale di campagna.
Subito dopo la conclusione del tragico secondo conflitto mondiale fu innalzata la nuova cappella dell’oratorio ad aula unica. Fu la prima grande costruzione che, insieme alla terrazza sul teatro, iniziava a delineare l’attuale fisionomia dell’Opera.
Le ultime trasformazioni riguardano la costruzione delle sale sotto il porticato mentre il vecchio teatro è adibito e consacrato a nuova cappella; la vecchia chiesa, ad aula unica, diventa un capiente teatro che ospita spettacoli e importanti eventi culturali cittadini.
Fu monsignor Ferdinando Bernardi, vescovo di Andria, ad affidare ai primi Salesiani giunti in città la cura della chiesa parrocchiale dedicata all’Immacolata, bel tempio di stile neogotico-lombardo a tre navate eretto nella prima metà del secolo scorso sull’elegante via Regina Margherita, a poca distanza dall’Oratorio.

Un’Opera a servizio della Comunità cittadina
I Salesiani hanno inaugurato ad Andria una stagione di fermento culturale e spirituale che si è mantenuta vivace e appassionata fino a oggi e che continua con sorprendente vitalità. Palestra di vita e di aggregazione sociale, l’Opera salesiana rappresenta ancora un modello di prima grandezza per la crescita morale, materiale, intellettuale e spirituale di una intera città, con particolare riguardo ai giovani. I campi di intervento sono molteplici e creativi soprattutto in questi anni assai difficili di disagio economico e sociale.
Posta in pieno centro cittadino, l’Opera è punto rilevante di riferimento nella città aprendosi, in accordo e sintonia con la Diocesi, alla massima collaborazione con tutte le associazioni cittadine, sia di impronta culturale sia di servizio civile, e con gli organi istituzionali. Lo attestano, insieme con le imprescindibili attività di carattere religioso e di catechismo, le iniziative svolte nel corso degli anni: animazione dei quartieri (tra le ultime proposte nel periodo natalizio: “La pettolata di Don Bosco” e “Befana in bici”), incontri culturali, sport, corsi di musica, teatro, iniziative benefiche e altro. I Salesiani, inoltre, ospitano l’Unione Ex Allievi di Don Bosco, L’Associazione Sordi “L.P. Apicella” e il Circolo della Stampa “San Francesco di Sales”.
Tra i vari doveri annoverati da don Bosco ricorre più volte quello allo studio e alla formazione. I Salesiani di Andria hanno colto un grande bisogno dei giovani andriesi, i quali da tempo vivono una situazione di disagio poiché privi di luoghi dove studiare: la Biblioteca Comunale, sebbene fruibile, osserva orari limitati, il laboratorio urbano giovanile dell’Officina San Domenico è da tempo chiuso, le librerie fanno difficoltà a rimanere aperte. Per questo motivo dal 1° febbraio 2020 presso l’Oratorio Salesiano è a disposizione degli studenti andriesi una nuova aula studio polifunzionale: uno spazio accogliente per lo studio, la ricerca e la cultura. L’ambiente è climatizzato, dotato di rete Wi-Fi, computer, stampanti, una smart TV e angolo bar. Un progetto che sta riscuotendo notevole successo vista la moltitudine di giovani che vi accedono tranquillamente tramite badge elettronico.
Nelle aule dell’Oratorio, messe a nuovo grazie all’ardore di alcuni padri di famiglia, si svolgono corsi di formazione per i giovani di ogni fascia di età, dalla scuola media sino ai più grandi che si approcciano ai corsi di preparazione da pre-animatore e animatore salesiano. Giovani che, da qualche anno, curano anche i social network collegati all’Opera Salesiana di Andria. Basti pensare alla pagina Facebook e al profilo Instagram ogni giorno seguiti da centinaia e centinaia di followers; strumenti virtuali che spesso riescono ad arrivare anche alla mente e al cuore dei più lontani, soprattutto nel periodo di allontanamento forzato dovuto al lockdown.
La pandemia di Covid-19 ha senza dubbio accentuato il carattere centrale dell’Opera. Il cortile, in occasione delle Celebrazioni Eucaristiche, si trasforma nella grande cappella di Andria dove è possibile riunire un cospicuo numero di fedeli rispettando le norme di sicurezza anti contagio. La partecipazione alla Messa in cortile è stata davvero straordinaria. Quel cortile dove centinaia di ragazze e ragazzi schiamazzanti inseguono un pallone o si rincorrono allegramente spensierati e felici diventa miracolosamente silenzioso luogo di devozione, di raccoglimento e di preghiera. Le uniche voci quelle del celebrante, quelle dei canti liturgici e, all’unisono, quelle del Popolo di Dio. Un altro segno del profetico sogno di don Bosco che si attualizza e diventa realtà.

TRA PASSATO E PRESENTE

Dalle colonie estive all’Estate Ragazzi
Sul finire degli anni ’50, per molti ragazzi andriesi, l’unica possibilità di vacanza era rappresentata dalla partecipazione alla colonia estiva organizzata dai Salesiani. In calzoncini e maglietta di colore azzurro, con il cappellino blu e bianco, pronti per la partenza verso le spiagge di Trani mentre addentavano un panino con la frittata o un fetta di pane e pomodoro. All’ordine del fischietto del Direttore, la corsa irrefrenabile di centinaia di giovani lanciata verso le onde finiva coll’innalzare una miriade di spruzzi bianchi di acqua salata. Quando non era prevista la gita al mare, nel cortile dell’Oratorio si organizzavano i più vari tornei. Il pomeriggio si apriva con la merenda distribuita sotto forma di pane e marmellata o cioccolato ammorbidito dalla canicola. Il resto del tempo era dedicato a lavoretti di legno, di terracotta, di carta o alla preparazione di scenette per allietare la serata finale. Erede di quella tradizione è l’Estate ragazzi che rimane per tanti ragazzi e ragazze un’esperienza straordinaria all’insegna dell’allegria. Giochi nel cortile, bans, giornate all’acquapark, laboratori, tornei, serate danzanti. Il sabato sera, al termine della consueta messa in cortile, le calde serate d’estate vedono la partecipazione dei bambini e anche dei genitori chiamati a partecipare alla serata. Da qualche anno, al termine dell’Estate ragazzi che dura circa un mese, ha inizio il GREST per i pre-animatori e animatori, la cosiddetta Estate Giovani. I giovani più grandi, che nel mese precedente si erano indaffarati a preparare i giochi dei più piccoli, diventano veri protagonisti delle serate, giochi e uscite organizzate per loro.

La tessera e i bollini, segno di appartenenza
Verde acqua, arancio, rosa. Cambiava ogni anno il colore della tessera d’iscrizione all’Oratorio. All’interno la tessera era suddivisa in tante caselle sulle quali, partecipando alle celebrazioni e alle attività dell’Oratorio, veniva apposto un bollino stampigliato ad inchiostro blu con timbrini diversi. L’àncora per il primo venerdì del mese, il cuoricino per la messa, la stellina per il catechismo e così via. C’era un bollino anche per il cinema, per l’adorazione eucaristica del pomeriggio della domenica, per le novene e per la via crucis. Più che allo sconto per l’ingresso al cinema o alla riduzione della quota di partecipazione alla colonia o ancora per i grandi e piccoli premi riservati ai più meritevoli e assidui, i ragazzi durante l’anno rivaleggiavano fra loro su chi avesse più bollini.
Ancora oggi i ragazzi sono chiamati a tesserarsi. Saranno cambiati i colori o i timbri delle tessere, ma rimane intatto lo spirito di appartenenza alla Casa di Don Bosco ad Andria che la tessera stessa rappresenta.

Il panino all’uscita della cappella e le castagne
È una storia che pare davvero lontana, da epopea. Invece in pieno boom economico, la felicità era un panino con la mortadella. Veniva distribuito ai ragazzi che partecipavano alla celebrazione eucaristica in occasioni particolari. Alla festa di don Bosco o di Maria Ausiliatrice, alla prima messa d’un Salesiano, alla visita del Vescovo. C’era una ressa festante intorno alla cesta di pane che conteneva la gustosa colazione della domenica mattina di quei giorni speciali. Il cortile si riempiva d’una allegria contagiosa. Oggi il panino è offerto ai ragazzi dall’Unione Ex-Allievi il giorno della festa liturgica di don Bosco. Intonsa è rimasta la tradizione, il giorno della commemorazione dei defunti, di recarsi presso il Cimitero della città per pregare insieme a tutta la comunità educativa pastorale. Al termine del sacro pellegrinaggio, ci si ritrova tutti insieme nel cortile dell’Oratorio per assaporare le caldarroste cucinate con amore da alcune mamme e papà dei ragazzi, in ricordo del miracolo delle castagne: gesto antico e sempre nuovo.

Dal festival della canzone oratoriana agli odierni Musical
Si teneva in estate. Un grande palco eretto al centro del cortile annunciava serate di festa sublime. L’impianto di amplificazione e le luci venivano provate dal primo pomeriggio. I partecipanti erano suddivisi in categorie. I ragazzi dell’Oratorio in genere cantavano parodie di motivi religiosi o di canzoncine oratoriane. Poi c’erano i big. Giovanotti provenienti da tutta la città che intonavano le canzoni in voga. Lo spettacolo e il divertimento erano assicurati come le ambizioni canore dei concorrenti.
Il festival ha lasciato il passo gli spettacoli teatrali e musical organizzati dai giovani dell’Oratorio e da una compagnia di meno giovani da anni dediti alla recitazione. D’altronde il Teatro del nostro Oratorio, dopo la chiusura del teatro cittadino Astra, è effettivamente l’unico contenitore che spesso ospita eventi e spettacoli di rilevante caratura e importanza a livello locale.
Gli anni sono passati e la storia ha fatto il suo corso, ma ferve ancora l’attenzione dei Salesiani di Andria verso l’impegno alla partecipazione attiva e al bene comune. Basti pensare che i tre sindaci che hanno amministrato negli ultimi anni la città sono di estrazione e formazione oratoriana.

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