LA LINEA D'OMBRA
ALESSANDRA MASTRODONATO
A cuore scalzo
Per scongiurare che la vita si appesantisca dobbiamo, anche da adulti, recuperare dai bambini l’autenticità di uno sguardo aperto e curioso sul mondo, tornando almeno ogni tanto a “togliere le scarpe” al nostro cuore.
Camminare a piedi nudi su di un prato umido di brina al mattino presto, sulla sabbia finissima delle dune in riva al mare, nell’acqua gelida di un ruscello che scorre placido nel bosco è un’esperienza arcaica e rigenerante, una pratica liberatoria che, stimolando in maniera straordinaria le nostre sensazioni tattili, ci permette di entrare in intimo contatto con la natura e con la terra viva. È un’emozione che ci riporta indietro nel tempo, alle radici dell’infanzia e alle origini del Tutto, mettendoci in dialogo con la parte più profonda e genuina del nostro Io, come quando eravamo bambini e, con i piedi scalzi, correvamo a passo incerto sull’erba appena tagliata del giardino o sulle maioliche colorate del pavimento di casa. Ma spesso accade che, crescendo, perdiamo l’abitudine di esplorare il mondo a piedi nudi e, diventando adulti, dimentichiamo la bellezza di sentire le foglie secche che ci solleticano le dita e i talloni, le irregolarità del terreno che condizionano e talvolta rallentano la nostra andatura, la superficie liscia e un po’ scivolosa delle pietre levigate dalla risacca o quella ruvida e appuntita degli scogli emergenti dalle acque che imprime i propri arabeschi sulla nostra pelle.
La stessa cosa, mentre avanziamo a passo svelto lungo il cammino dell’adultità, succede anche al nostro cuore. Man mano che abbandoniamo la spontaneità e l’innocenza dell’infanzia, il nostro cuore, prima nudo ed indifeso, impara a celarsi dietro travestimenti sempre più artificiosi e appariscenti, si trincera dentro fortezze sempre più inespugnabili, si fa scudo di ogni sorta di maschere e protezioni per apparire meno vulnerabile agli occhi degli altri. Così facendo, tuttavia, smarriamo la capacità di emozionarci per tutte quelle sottili sfumature dell’esistenza che solo un “cuore scalzo” può percepire… La nostra interiorità ci apparirà senza dubbio più al sicuro di fronte alle asperità della vita, più protetta dal dolore e dalla sofferenza, più corazzata nell’affrontare fallimenti e delusioni, come quando indossiamo le nostre scarpe più impermeabili e resistenti per prepararci al meglio ad attraversare un terreno impervio o a percorrere un sentiero sconosciuto. Ma, a furia di stratificare il nostro cuore con rivestimenti sempre più impenetrabili e coriacei, rischiamo di sottrargli ogni spazio vitale, di appesantirlo a tal punto da trasformarlo in un freddo blocco di granito in cui non è più possibile distinguere il nucleo vivo e palpitante dalla spessa crosta che lo imprigiona al proprio interno.
Per scongiurare che ciò avvenga, dobbiamo allora, anche da adulti, recuperare dai bambini l’autenticità di uno sguardo aperto e curioso sul mondo, tornando almeno ogni tanto a “togliere le scarpe” al nostro cuore. Un “cuore scalzo” è, infatti, un cuore che si lascia accarezzare dalla realtà, che freme per un abbraccio sincero, che batte forte per un’emozione inaspettata, che non ha paura di allargarsi ed espandersi nel petto per accogliere il cambiamento o per moltiplicare l’amore. Certo, è anche un cuore più fragile, più inerme ed indifeso, che talvolta esce un po’ ammaccato dalle vicissitudini della vita e che, non avendo protezioni, sperimenta più dolorosamente la stanchezza e la sofferenza. Ma è solo accettando questo rischio che possiamo entrare davvero in comunione con il mondo che abitiamo e con coloro che camminano al nostro fianco, lasciando che i nostri cuori, ormai privi di difese, si tocchino nel profondo e che la “nudità” del nostro Io non sia più intesa dall’altro come un punto debole dove ferirci, ma come una preziosa fragilità da proteggere e custodire.
A cuore scalzo ad aspettare,
e i piedi sopra il cuore,
ad aspettare pronti al salto,
a cuore scalzo…
Saranno fiumi e cascate di perle,
saranno fiori sbocciati
da cogliere fino alle stelle,
per noi che abbiamo tempo,
passiamo troppo tempo
ad aspettare l’attimo che accende.
A cuore scalzo,
e i piedi sopra il cuore…
Soffieranno emozioni leggere,
saranno bolle di cielo e sapone,
il cuore stanco in fondo a un bagno di sudore,
per volare, sperare, soffrire,
e impazzire per amore,
e impazzire per amore…
Sarà un volo di baci e farfalle,
sarà un abbraccio più forte,
e forte un brivido sfiora la pelle,
per noi che abbiamo tempo,
passiamo troppo tempo
ad aspettare l’attimo che accende.
A cuore scalzo,
e i piedi sopra il cuore…
Soffieranno emozioni leggere,
saranno bolle di cielo e sapone,
il cuore stanco in fondo a un bagno di sudore,
per volare, sperare, soffrire,
e impazzire per amore,
e impazzire per amore…
A cuore scalzo ad aspettare,
e i piedi sopra al cuore,
ad aspettare pronti al salto,
a cuore scalzo,
a cuore scalzo!
(Max Gazzè, A cuore scalzo, 2010)